Si è concluso in seconda lettura l’esame del provvedimento sul Sistema terziario di istruzione e formazione tecnologica superiore che istituisce e rafforza gli Its Academy, nuova filiera terziaria, tecnologica, professionalizzante, fortemente voluta da Forza Italia che con la legge 544 Gelmini-Aprea aveva avviato alla Camera la legge in approvazione sulla quale è confluito, nel corso dell’esame, l’intelligente e responsabile contributo di tutte le forze politiche, anche di opposizione.
L’unanimità dei consensi ha confermato la lungimiranza delle proposte di Forza Italia e, soprattutto, riaffermato l’urgenza di ridotare il nostro Paese (come all’inizio del secolo scorso) di un canale formativo terziario, professionalizzante, non accademico alla stregua di quelli esistenti in tutti i Paesi europei, colmando un nostro gap durato troppo a lungo.
Esprimiamo grande soddisfazione anche perché la legge, di iniziativa parlamentare, sarà parte integrante del Pnrr che destina a questa missione 1,5 mld e consentirà di formare giovani specializzati nelle tecnologie applicate alle filiere produttive e dei servizi, che caratterizzano il mondo del lavoro e la società del XXI secolo.
Il Senato nel percorso di approvazione ha dovuto tener conto del grande lavoro portato avanti all’unanimità dalla Camera e ciò ha consentito di salvaguardare l’impianto della prima lettura, a cominciare dalla ridenominazione dei vecchi Its in Its Academy, che consente di assumere per questo segmento terziario la vision e il concept delle Academy aziendali come scuole d’impresa, dove i giovani possono crescere e apprendere con una visione organizzativa capace di adattarsi al cambiamento, di cui soprattutto le Pmi, ossatura del sistema produttivo nazionale, hanno estrema necessità per innovare e competere.
In più, ci auguriamo che questa nuova ridenominazione possa rendere gli Its Academy più attrattivi nei confronti degli studenti e delle famiglie, passando da 2mila tecnici all’anno (stima attuale) a 20mila tecnici specializzati per sostenere e accompagnare la modernizzazione del Paese attraverso le riforme previste dal Pnrr.
Il nuovo segmento di formazione terziario (che torna nel nostro Paese a 60 anni dal suo inopinato smantellamento per meri motivi ideologici e corporativi) avrà la docenza per il 50% composta da professionisti provenienti dal mondo del lavoro e per una quota di ore di attività sul totale del monte orario complessivo non inferiore al 60%.
I nuovi tecnici e tecnologi si formeranno, inoltre, in percorsi realmente professionalizzanti, con il 35% degli stessi in forma di tirocinio aziendale.
La grande novità poi che accompagna questa riforma e che ne giustifica la presenza all’interno del Pnrr e le risorse fino a 1,5 mld è relativa all’individuazione delle aree tecnologiche che, sebbene come prevede la legge saranno oggetto di un successivo decreto, dovranno fare esplicito riferimento alle principali sfide attuali dello sviluppo economico del Paese: dalla transizione ecologica a quella digitale, dal Made in Italy al all’alto artigianato artistico, dalla ricerca chimico-farmaceutica alla meccatronica.
Emerge quindi chiaramente l’intento fortemente condiviso alla Camera e rafforzato al Senato di dare vita ad un sistema terziario che sia capace di sostenere i fabbisogni richiesti dalle più recenti innovazioni, ma anche di valorizzare il know how di settori più tradizionali che pure rappresentano un elemento di competitività per l’intero Paese.
Il provvedimento, poi, per la prima volta nella storia della Repubblica, definisce un sistema terziario professionalizzante in cui, finalmente, a soggetti privati (le imprese) si riconosce di svolgere una funzione pubblica.
La Legge mantiene la distinzione tra i percorsi di V livello Eqf (Quadro europeo delle qualificazioni) con almeno 1.800 ore di formazione e percorsi di VI livello Eqf (come le lauree) con durata di almeno 3.000 ore, anche se questi ultimi dovranno essere limitati a quelle figure professionali che richiedano un elevato numero di ore di tirocinio e dovranno essere individuate da un successivo Dpcm, che dovrà prevedere un raccordo con il sistema universitario.
La sfida, insomma, è quella di tutelare l’autonomia e le particolarità degli Its Academy, collaborando con le università e valorizzando le specificità degli uni e delle altre.
Altro aspetto rilevante, si stabilizzano e regolarizzano i finanziamenti e si rafforza il diritto allo studio con borse di studio e residenze per studenti.
Un valore aggiunto sarà costituito dagli Its Academy multiregionali e multisettoriali.
Gli Its Academy saranno tra l’altro luoghi di intermediazione per una rapida transizione dei giovani nel mondo del lavoro. Così si offre uno strumento concreto e diffuso su tutto il territorio nazionale per colmare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro ad alta specializzazione che ha condizionato pesantemente la competitività delle imprese e l’occupabilità dei giovani fino ad oggi. Il sistema si attuerà attraverso la leale collaborazione tra Stato e Regioni. Per questo per tutti i provvedimenti attuativi è prevista l’intesa in Conferenza Stato-Regioni.
Il Parlamento, con l’istituzione degli Its Academy, ha segnato un gol, ma per vincere la partita occorre ora attuare tempestivamente la legge con i decreti che i ministeri dell’Istruzione e dell’Università sono chiamati ad adottare.
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