Un attacco incendiario si è verificato nella giornata di ieri presso una scuola russo-tedesca situata in Germania, precisamente nel quartiere di Marzahn, a Berlino. Secondo quanto riportato dalla stampa teutonica, alcuni ignoti avrebbero tentato di appiccare un incendio dinanzi alla palestra dell’istituto internazionale Lomonosov, una scuola nata con una causa nobile, ovvero, integrare le famiglie con bimbi originari dell’ex Unione Sovietica con quelle di Berlino. L’attacco incendiario è avvenuto di notte, e dopo che un passante ha notato del fuoco ha allertato le forze dell’ordine che sono intervenute poco dopo spegnendo il fuoco e mettendo in sicurezza l’edificio.



In seguito è stata avviata un’indagine affidata al servizio di sicurezza del Land presso l’ufficio di polizia criminale (Landeskriminalamt, LKA), ovvero il dipartimento responsabile dei reati politici, che sta cercando appunto di ricostruire l’accaduto. Ovviamente esterrefatti i responsabili della scuola Lomonosov, a cominciare dal coordinatore, che si è detto “sbalordito e senza parole per questo atto vile diretto contro i bambini”. L’incendio ha danneggiato una parte dell’edificio ma fortunatamente non ha coinvolto nessuna persona di conseguenza nessuno è rimasto ferito; per quanto riguarda l’innesto, invece, è probabile che il fuoco sia stato appiccato con una bottiglia di vetro riempita di liquido infiammabile, una sorta di Molotov, ed inoltre le telecamere di sorveglianza hanno ripreso un uomo che collocava il dispositivo di fronte all’ingresso dell’edificio.



SCUOLA RUSSO-TEDESCA INCENDIATA A BERLINO: “I BIMBI NON FANNO LE GUERRE”

Secondo gli investigatori si tratta quasi certamente di un atto politico correlato alla guerra in Ucraina e secondo quanto riferito da una portavoce della polizia di Berlino, riportato dal Tagesspiegel, dall’inizio del conflitto nell’est dell’Europa sarebbero accaduto almeno 100 episodi simili, attacchi contro istituzioni russe nella capitale della Germania, un tempo simbolo del confine fra l’occidente e l’Unione Sovietica con il famoso muro poi abbattuto nel 1989.

Nella maggior parte dei casi gli attacchi sono stati contro le proprietà, ma anche insulti e minacce di vario tipo. “La scuola non deve mai essere un luogo di violenza, ma deve rimanere uno spazio protetto – le parole della senatrice di di Berlino per l’educazione Astrid-Sabine Busse (SPD) – deve essere molto chiaro: i bambini non fanno le guerre, nessuno studente di origine russa può essere ritenuto responsabile dei crimini del regime di Putin”.