Mohamed e Omar erano arrivati in terza superiore e i loro risultati erano nel complesso buoni, avevano però deciso di continuare a farsi aiutare dal centro di aiuto allo studio perché si sentivano entrambi insicuri in matematica e italiano.

Così, dopo la scuola, un lunedì pomeriggio erano andati al centro, dove erano stati accolti con tanta simpatia da Sabrina che aveva chiesto loro come stessero e che cosa li avesse portati lì.



Omar aveva risposto per tutti e due che stavano bene, ma che la terza li spaventava un po’. “Nuove materie, nuovi professori, chissà se ce la faremo” aveva sottolineato, così decisamente che Sabrina si era permessa di dire ad entrambi che forse quella paura era esagerata.

“No, no, è così, e poi i professori continuano a dirci che non siamo più al biennio. Cioè adesso si fa sul serio, non è più come prima” aveva replicato Omar, in evidente stato ansioso.



“Quindi siete venuti qui perché avete l’impressione che quest’anno sarà più difficile dello scorso anno?”

“Sì” avevano risposto all’unisono i due ragazzi meravigliati della domanda.

“Avete preso delle insufficienze?”

“No!” anche questa risposta aveva accomunato Omar e Mohamed.

Sabrina aveva allora chiesto in che cosa avessero bisogno di essere aiutati.

Omar chiedeva un aiuto in matematica. “Non si capisce niente”, e aveva aggiunto le sue incertezze sulle spiegazioni della letteratura italiana.

Mohamed correggendo stavolta il catastrofismo di Omar, aveva detto che stavano facendo fatica sulle disequazioni, poi aveva aggiunto che per lui il problema era imparare a fare i temi.



Sabrina li conosceva bene e avrebbe potuto dir loro di tornare più avanti se proprio non fossero riusciti a ottenere risultati positivi, ma si era fermata dal fare quelle considerazioni e aveva detto loro: “ok, domani cominciamo con italiano e partiamo dal tema, per matematica cerco un insegnante che vi possa aiutare.”

Prima di uscire Mohamed si era permesso di dire a Sabrina che lui voleva imparare a scrivere e soprattutto voleva capire di più le cose.

“Capire di più? Cosa significa?” Sabrina lo guardava, incuriosita.

“Le cose le imparo, ma non mi resta nulla, mi sento disorientato. È tutto uguale, uniforme. Vorrei poter dire come stanno davvero le cose!” Aveva detto Mohamed.

“Fammi capire meglio. Che cosa ti succede?” Lo incalzava Sabrina.

“Il prof di storia mi ha fatto parlare di una guerra e di una pace medievale, io ho ripetuto tutto, andava bene, alla fine lui mi ha chiesto cosa ne pensavo, ma io sono rimasto zitto, perché non sapevo cosa dire, non avevo un’opinione”.

“Ho capito” aveva risposto Sabrina. “Lo faremo, ma dovete esserci voi. Si tratta di un’avventura da fare insieme. Dovete tentare voi l’avventura affascinante del giudizio. Ma non è facile.”

“Io non sono capace. Nel biennio bastava che ripetevo o riassumevo…”

“Che ripetessi o riassumessi” lo interruppe Sabrina.

“Giusto. Bastava quello, nessuno mi ha mai chiesto cosa pensassi.”

“Nessun problema, impariamo, impariamo” lo aveva rassicurato la prof del centro.

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