Sara era andata a cercare Giulia, l’insegnante che l’aveva aiutata durante l’anno in italiano e in storia e l’aveva trovata nella biblioteca cittadina.
Giulia non se lo aspettava e aveva esclamato un “Che ci fai qui?” pieno di sorpresa. Ormai si era nel pieno dell’estate e tutto ciò che sapeva di scuola era un ricordo lontano, anche se presto si sarebbe dovuto riaprire i battenti.
Sono venuta a salutarla, lunedì prossimo parto per l’Egitto“.
“Ah, che bello” aveva risposto Giulia, contenta che Sara avesse avuto quest’attenzione, segno che in quei mesi di lavoro insieme sull’italiano e la storia era nato qualcosa di più. “Fai buone vacanze e riposati” aveva aggiunto Giulia.
“Ne ho bisogno, quest’anno è stato faticoso e il prossimo avrò la maturità. Non so però se potrò riposarmi, perché ho tanti compiti da fare” aveva osservato Giulia.
“Organizzati bene, il periodo delle vacanze è un’opportunità per te, non farti prendere dai compiti da finire e concediti il tempo per vivere delle cose belle, quelle che piacciono a te”.
“Però prima devo finire i compiti, poi mi potrò concedere degli spazi” aveva ribadito Sara.
Giulia aveva guardato la ragazza e le aveva chiesto, cambiando discorso, perché mai fosse venuta a trovarla.
“Perché le devo molto” aveva risposto Sara.
“Ti sbagli” aveva ribattuto Giulia, “sono io che devo molto a te, quest’anno è stata una bellissima esperienza, tu la giudichi faticosa, per me è stata tutt’altro!”
“Quindi?” aveva allora chiesto Sara che non riusciva a capire cosa volesse dirle Giulia.
“Quindi? Null’altro che la gratitudine di un’amicizia in cui abbiamo vissuto bene”.
“Io ho fatto fatica a scuola, tanto studio e anche ora, nelle vacanze, tanti compiti”.
“Ma se dovessi chiederti che cosa di bello puoi trattenere di quest’anno? C’è solo fatica o anche qualcos’altro?”
Sara era stata messa in angolo, aveva dovuto riconoscere che qualcosa di bello in quei nove mesi c’era stato.
“Sì, quello che ho scritto nel capolavoro, il fatto che aiutando gli altri ho capito di più la ricchezza che avevo dentro”.
“Ecco, aiutare gli altri, ti ricordi? Lo hai scelto tu! Quando hai deciso di aiutare dei ragazzi di prima in scienze. Sei stata tu a volerlo. Bene, fai così anche in queste vacanze, torni in Egitto, fai delle cose belle, quelle che decidi tu. Questo per primo, e poi vedrai che avrai tempo per i compiti, vedrai”.
“Grazie” aveva risposto Sara. Una luce era apparsa nei suoi occhi, era qualcosa di più delle fatiche, che pur c’erano, era la certezza di un bene che vi è nella vita, un bene che per lei era lo sguardo di Giulia e quella sua fiducia nella libertà, che Sara sentiva di poter conquistare.
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