Cosa fai qui Marim? Le scuole sono finite” aveva detto Riccardo, sorpreso di vedere la ragazza varcare il centro di aiuto allo studio in cui vi erano solo alcuni ragazzi e alcune ragazze che avevano i debiti da recuperare a settembre.

“Tu sei stata promossa, non è vero?” aveva insistito Riccardo, attendendo una risposta dalla studentessa.



“Ci siamo date appuntamento qui, Sara parte per il Marocco e voleva salutarci.”

“Qui? Come mai qui?” Sempre più meravigliato, Riccardo voleva capire perché mai avessero deciso di vedersi al centro e non in un bar o al parco, come facevano tutti i ragazzi e le ragazze.

“E perché da un’altra parte? “ aveva ribattuto Marim. “Diamo fastidio a quelli che studiano?”



“No, no.” Riccardo non voleva mandarle via, anzi lo incuriosiva questo tornare al centro; quasi tutti, finito l’anno, avevano salutato e si sarebbero rivisti all’inizio del nuovo anno scolastico.

Nel frattempo era arrivata Sara assieme a Nadia e Silvia. Avevano un sorriso ampio sul volto e questo le faceva ancor più giovani e vive.

“Cosa fate qui?” aveva ridetto a voce alta Riccardo.

“Io parto” aveva risposto Sara “e ho portato questa torta che ha fatto mia mamma per salutare le mie amiche.”

“Possiamo stare qui?” aveva allora detto Nadia, forse rendendosi conto che avrebbero dovuto chiedere lo spazio per quel momento improvvisato.



“Scusaci l’invasione, Riccardo, ma qui è casa nostra e per salutarci non ci è venuto in mente se non questo caro luogo dove abbiamo vissuto più di un anno scolastico.”

“Possiamo?” aveva chiesto di nuovo Sara, che era stata la responsabile di quella scelta.

“Certo!” aveva risposto Riccardo. Il prof volontario, anzi, aveva un’altra domanda. “Posso unirmi a voi?”

“Volevo proprio dirglielo” aveva allora risposto Sara, aggiungendo: “lei è importante per ognuna di noi, lei e gli altri volontari del centro.”

Ora Riccardo aveva capito, erano venute a salutarsi lì perché il centro era diventata la loro seconda casa, un luogo dove si sentivano libere di essere se stesse.

Sara aveva allora appoggiato la torta e aveva detto alle amiche che era contenta di tornare nel suo Paese di origine, ma che le mancherà non vederle ogni giorno come era successo in questo lungo anno.

“Fai una buona vacanza” le avevano detto le amiche. Silvia aveva aggiunto “e niente compiti! ci sarà tempo dopo, vero Riccardo?”

Il volontario aveva sorriso senza rispondere, che poteva dire dei compiti? Alcuni ragazzi e alcune ragazze erano già venute al centro, prese da quell’ultimo dovere e lui aveva detto loro di gustarsi le vacanze, ci sarebbe stato spazio anche per i compiti a suo tempo.

“I compiti? Lo so, ma ora non ci penso” aveva detto Sara. “Riccardo, mi aiuterà quando torno?”

“Vediamo, tu ora vai in vacanza” aveva allora risposto Riccardo sollecitato dalla domanda di Sara. “Cosa farai?”

“Devo salutare tutti i parenti e gli amici, e poi ritrovare la bellezza del mio Paese. Questo farò, sento già che mi mancherete” aveva poi aggiunto guardando in faccia le amiche.

“Ci mancherai tu” aveva reagito Marim “perché son troppo belle le cose che abbiamo vissuto!”

“Che viviamo!” aveva sottolineato Sara.

Era stato un contraccolpo per Riccardo, che in quel gesto di saluto, così semplice e autentico, vedeva quello che avevano vissuto per tutto quell’anno, una compagnia nello studio, ancor di più un’amicizia per la vita.

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