Pochi giorni prima di Natale due istituti superiori di Firenze, il Machiavelli-Capponi e il Dante-Alberti sono stati occupati dalle solite minoranze di studenti, tanto volitive quanto confuse negli obiettivi.

Più che di occupazioni, però, sarebbe il caso di parlare di invasioni barbariche, dato che gli occupanti (o almeno una parte di essi) hanno commesso una serie di vandalismi, che il Corriere Fiorentino ha così documentato: “L’elenco è lungo: telefoni rotti, arredi spaccati e tinti con vernice indelebile, wi-fi rotti e divelti dal muro, diversi computer rubati, vetri rotti, porte divelte, meccanismi delle porte di sicurezza danneggiati, porte tagliafuoco che riportano scritte con vernice indelebile che non le rendono più ignifughe, due distributori di bevande e merendine forzati per rubare contenuto e soldi, scarabocchi e scritte ingiuriose dovunque, la sparizione di molte chiavi che renderanno necessaria la sostituzione delle serrature. In una scuola poi si sono trovati escrementi disseminati in vari luoghi che hanno reso necessaria la disinfestazione di tutto l’istituto che è costata 3.500 euro e due giorni di chiusura”.



Secondo una prima stima, i danni ammonterebbero a 20mila euro. È bene però far notare una conseguenza in genere ignorata, cioè che il danno economico creato dalla cancellazione delle lezioni è, in questo come in tutti i casi analoghi, enormemente più alto. L’Associazione Nazionale Presidi (ANP) fece tempo fa un calcolo partendo da quanto lo Stato spende ogni anno per ogni studente: almeno 8mila euro, cioè circa 40 euro al giorno. Dato che il Liceo Machiavelli-Capponi ha 1.500 allievi e l’interruzione delle lezioni è durata 7 giorni, dobbiamo moltiplicare 1.500 x 40 e poi x 7, ottenendo 420.000 euro per la loro istruzione buttati dalla finestra.



Per il Liceo Dante-Alberti, che ha 1.060 allievi, lo stesso calcolo, considerando due giorni in più di sospensione della didattica, indica uno spreco di 381.600 euro. Aggiungendo i 20mila euro di danni, il totale speso dai contribuenti per finanziare le due occupazioni ammonta a 821.600 euro. A questo si aggiunge il danno causato al diritto allo studio dei molti che non volevano l’occupazione. E si può anche capire che a quell’età sia difficile opporsi con determinazione, un po’ per timore, un po’ perché una vacanza a molti non dispiace troppo, infine per scarsa consapevolezza dei costi di cui sopra.



C’è infine l’ennesimo discredito (questo non addebitabile agli studenti) inferto alla credibilità delle istituzioni dalla loro latitanza, dato che regolarmente omettono di far accompagnare cortesemente all’uscita chi occupa le scuole.

(L’autore è esponente del Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità)

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