Scuola: c’è ancora distanza tra governo e sindacati, al punto che questi ultimi per il momento hanno rifiutato di firmare il Protocollo sulla sicurezza Covid nelle scuole. In vista dell’avvio dell’anno scolastico non c’è intesa: è quanto emerge a margine del vertice tenuto tra sindacati e tecnici del ministero dell’Istruzione.
In particolare diverse criticità sarebbero sorte rispetto all’utilizzo del Green pass, ai controlli, ai tamponi e anche al distanziamento in classe. I sindacati della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola rua, Snals Confsal, Gilda Unams, Anief hanno spiegato la loro posizione in una nota unitaria: “La decisione di adottare il green pass per il personale scolastico, con relative sanzioni in caso di inadempienza, è stata assunta dal Governo in modo unilaterale, nonostante l’ Amministrazione Scolastica e Sindacati siano da tempo impegnati a trovare soluzioni utili per far ripartire la scuola in presenza. Anche per questa ragione, in una categoria già vaccinata al 90%, il provvedimento assunto sta alimentando forti tensioni, come spesso accade quando si assumono decisioni frettolose e radicali, inadeguate a cogliere la complessità delle situazioni“.
SCUOLA, SINDACATI NON FIRMANO PROTOCOLLO SICUREZZA COVID
I sindacati di categoria hanno proseguito: “Se certamente qualsiasi intervento da parte dell’Amministrazione sul rapporto di lavoro dei suoi dipendenti deve trovare un preliminare confronto con le parti sociali, al di là di un giudizio di merito sull’utilità e sulla legittimità della norma introdotta ci si chiede ad esempio come tale obbligo si potrà estendere al personale precario, le cui prestazioni si richiedono nel giro di poche ore e più in generale come si intendono condurre gli accertamenti e le procedure sanzionatorie introdotte dal Governo“. Le critiche continuano: “Restano nel frattempo irrisolti altri aspetti che incidono fortemente nel determinare le necessarie condizioni di sicurezza. Non si decongestionano le classi sovraffollate adottando provvedimenti strutturali, si preferisce ricorrere a fragili misure una tantum per il recupero (peraltro solo fino a fine anno solare), non si tutela il personale scolastico scaricandogli ogni genere di incombenza (dal controllo degli accessi, alla sanificazione degli ambienti) senza introdurre alcun presidio sanitario per coordinare interventi e iniziative. Con un provvedimento sostanzialmente inefficace rispetto alla presenza a scuola di 8 milioni di studenti, si scaricano sui lavoratori tutte le conseguenze di scelte non fatte“.
SINDACATI: “ERRORE NON VACCINARE PRIMA PERSONALE SCUOLA”
Non si può non scorgere un atteggiamento polemico quando i sindacati ricordano di aver “invocato un provvedimento chiaro, che individuasse precisi adempimenti, ma anche responsabilità dirette in capo allo Stato e affidasse al negoziato fra le parti gli aspetti che riguardano la gestione del rapporto di lavoro. L’incursione del Governo complica il percorso verso possibili soluzioni condivise. Il sindacato ha fatto proprio l’obiettivo e i connessi impegni per un ritorno a scuola in presenza, considerando a tal fine fondamentale il buon esito della campagna vaccinale, per la quale per primo, a suo tempo ha rivendicato una priorità di attenzione per il personale scolastico“. “Per questo – aggiungono ancora – non abbiamo condiviso l’interruzione, da parte del Governo, della priorità vaccinale in primavera per il personale della scuola, proprio perché ravvisavamo un rallentamento nel percorso per raggiungere il rientro in presenza. Proprio l’altissima percentuale di coloro che responsabilmente si sono sottoposti alla vaccinazione, dando prova di senso civico, pone oggi le premesse per gestire senza inaccettabili forzature e tensioni, una situazione già affrontata allorquando non si disponeva del vaccino“.
SINDACATI: “NOI AI DIKTAT DEL GOVERNO”
Pur confermando la disponibilità a proseguire il confronto, i sindacati chiedono “che si faccia chiarezza sulle indicazioni per il distanziamento in classe; che non si realizzi, con il taglio dell’organico aggiuntivo Covid, nessun arretramento su misure di sicurezza per ragioni economiche e che sia immediatamente rimossa ogni reticenza da parte dell’Amministrazione nel fornire sia i dati relativi agli esiti del contagio in ambito scolastico, che l’esatto stato della campagna vaccinale. La disponibilità di dati attendibili, completi e puntuali rappresenta una condizione imprescindibile per la messa a punto, a partire dall’aggiornamento del protocollo sicurezza, di una strategia di intervento realmente efficace e non di sola immagine, ma anche per valorizzare un clima di confronto, che interventi così discutibili nel metodo e nel merito rischiano invece di compromettere irreparabilmente“. Di fatto una richiesta di approccio differente nell’attività di governo poiché, scrivono, “la sicurezza per decreto è in netta antitesi con l’efficace politica del confronto e della condivisione necessaria in epoca di pandemia. Alla vigilia di appuntamenti importanti per il Paese serve ricercare le soluzioni ai problemi attraverso il dialogo ed il confronto, azioni a cui il sindacato non si è mai sottratto. I diktat alimentano tensioni e ostilità anche nei contesti in cui come nella scuola si è già dimostrata altissima responsabilità e senso civico“. Ricordiamo che entro agosto il Protocollo di sicurezza dovrà essere necessariamente approvato.