Meno di un anno fa scrivevo un contributo sull’importanza delle soft skills in ambito scolastico non potendo immaginare che sarei stata invitata a partecipare come formatore ad un corso di aggiornamento per docenti. Vengo contattata da una segreteria di Diesse (un’associazione professionale di insegnanti presente in tutto il territorio nazionale) per tenere una lezione ed un workshop inerente al tema dell’articolo. Non posso negare di essermi sentita lusingata da una simile proposta, soprattutto per il fatto che non ho un profilo da studiosa o da ricercatrice; i miei contributi si basano esclusivamente sull’esperienza di insegnante, su intuizioni ed osservazioni, ma soprattutto sulla frequenza annuale e costante ai corsi di aggiornamento per docenti.
Il mio intervento, intitolato “L’avventura dell’insegnare: incontro e scontro tra più umanità”, era inserito nel contesto del focus del corso “Le competenze socio-emotive al servizio del successo formativo” e completava l’offerta di aggiornamento insieme ad una lezione di ambito religioso oltre ad una serata di balli popolari.
Prepararmi alla lezione è stata l’occasione per ripensare ai vari contenuti e alle strategie proposte in classe e per ordinare le idee e gli strumenti sulle life skills da promuovere a scuola. Ho riscontrato la presenza di numerosi documenti, studi e sperimentazioni ma di indicazioni operative e modelli da seguire non ne ho trovati. Ho preso spunti e suggerimenti dalla lettura del saggio Viaggio nelle character skills. Persone, relazioni, valori a cura di Giorgio Chiosso, Anna Maria Poggi, Giorgio Vittadini, (Il Mulino 2021) e mi sono organizzata individuando le “big five” che avevo sperimentato con i miei alunni ovvero autoefficacia, empatia, cooperativismo, creatività, spirito critico. Ho cercato poi di declinare per ciascuna di esse attività svolte e progetti connessi.
L’idea è stata strutturata con l’intenzione di evidenziare i vantaggi di una didattica sfidante, che ponga cioè lo studente al centro, considerato come un mondo tutto da scoprire e non valutato esclusivamente per le performances prodotte. In primo luogo si rende l’alunno protagonista e lo si coinvolge nella costruzione del sapere, lo si avvia alle competenze, cioè al saper fare indipendentemente dal contesto, segno di un apprendimento efficace e duraturo. Altra conseguenza positiva risulta senz’altro la possibilità di rinnovare la professionalità del docente attraverso la creatività e la sperimentazione di modalità di insegnamento-apprendimento non ripetitive ma che vengano costruite “facendo”, in base agli spunti offerti dalle varie situazioni.
Una sezione importante è stata dedicata al come e a quali strumenti si possano utilizzare, pertanto si è fatto riferimento ad una modalità che pone l’insegnante in una prospettiva di verifica e di ricerca del proprio metodo, differenziando e personalizzando le proposte didattiche ma anche gli strumenti di valutazione. Si è posto l’accento sul benessere e sulle relazioni tra pari e con gli adulti nell’ottica di favorire un clima di fiducia reciproca in cui dialogare serenamente. Porre domande, suscitare curiosità e stimolare richieste è alla base dell’approccio motivazionale insieme all’utilizzo della lezione segmentata o intervallata che tenga conto dei tempi di attenzione degli studenti e della proposta di attività brevi e coinvolgenti.
L’aspetto più interessante è stato il confronto con i partecipanti, che hanno chiesto chiarimenti e spesso hanno confermato tante intuizioni riportando esempi concreti delle proprie esperienze, che davano maggior evidenza ai vari aspetti enucleati.
Il workshop, che si è svolto come nella maggior parte dei corsi di aggiornamento, ossia attraverso gruppi di lavoro che provassero a progettare attività per favorire le skills, è stato ricco di spunti e di osservazioni interessanti. È stato gratificante avere avuto la conferma che i contenuti affrontati e le attività proposte avessero una spendibilità immediata e utilizzabile in svariati ambiti, dal momento che questo era proprio il taglio che avevo ipotizzato: che si aprisse un confronto tra insegnanti appassionati ed impegnati nella continua ricerca di acquisizione di maggiore professionalità e consapevolezza della propria azione educativa.
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