Sono uno dei temi più dibattuti a livello educativo, rappresentano una leva fondamentale per lo sviluppo della persona e vengono particolarmente apprezzate dal mondo del lavoro. Sono le soft skills, cioè le competenze non cognitive, quelle che aiutano, per dirla alla James Heckman, a definire i “tratti della personalità”. Le soft skills vanno considerate un’occasione per tentare di “accorciare” la distanza tra mondo della scuola (e dell’università) e mondo del lavoro, soprattutto in un frangente come questo dove si rischia di creare una “generazione lockdown”? Ne è convinto Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato Italia e Malta per il Gruppo Nestlé, che nel 2014 ha fondato Alliance for YOUth, il progetto che riunisce aziende e multinazionali con l’obiettivo di contrastare la disoccupazione giovanile, offrendo opportunità formative e professionali ai ragazzi.
Cosa vi ha spinto a creare questo programma e come si articola?
Nestlé ha una lunga tradizione di attenzione e supporto verso le nuove generazioni. Nel 2013 Nestlé ha lanciato l’iniziativa su scala globale Nestlé Needs YOUth che ha l’obiettivo di supportare i giovani e favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro. Il programma ruota intorno a 4 pilastri: assunzioni dirette, attivazioni di stage e tirocini, attività di formazione nelle università e scuola e partnership con altre aziende per fornire opportunità concrete ai giovani attraverso l’Alliance for YOUth. I risultati raggiunti a livello sia di azienda sia di Alleanza sono molto positivi e ci hanno incoraggiato, anno dopo anno, a rafforzare i nostri impegni. Quest’anno, in particolare, la pandemia ci ha obbligato a rivedere il nostro modo di lavorare e operare. In questo nuovo scenario siamo convinti che i giovani saranno i protagonisti e come Gruppo vogliamo fare la nostra parte per supportarli e favorire il loro sviluppo e la loro formazione, contribuendo a evitare una “generazione lockdown”.
Che risultati avete ottenuto nel nostro Paese in termini di occupazione giovanile? Avete preso importanti impegni per i prossimi 5 anni, quali sono?
In Italia, grazie a Nestlé Needs Youth, abbiamo raggiunto ottimi risultati. A partire dal 2015 abbiamo assunto più di 1.700 ragazzi under 30, attivato oltre mille stage, incontrato più di 23mila studenti durante oltre 200 incontri in università e più di 5mila in momenti di alternanza scuola lavoro, contribuendo a supportare la loro formazione e il loro sviluppo. Proseguendo i positivi risultati raggiunti ci siamo impegnati a fornire nei prossimi 5 anni 1.450 assunzioni dirette e 1.400 stage in Italia.
Quanto sono importanti le soft skills in un’azienda come la vostra e perché?
Le soft skills sono fondamentali nella nostra azienda per sapersi adattare a un mercato così dinamico e competitivo. È impensabile al giorno d’oggi non avere, indipendentemente dal ruolo che ricopriamo in azienda, qualità come la capacità di relazionarsi con l’altro in maniera costruttiva, il saper ascoltare e lavorare in gruppo, di affrontare razionalmente le criticità o di adattarsi al cambiamento.
La vostra realtà è caratterizzata da collaboratori che svolgono sia lavoro in ufficio che nella produzione. Quando parlate di soft skills e della loro importanza, vi riferite a ruoli impiegatizi o è un concetto che può essere esteso anche ai cosiddetti “colletti blu”? Come?
Nestlé è l’azienda leader del settore alimentare. Il nostro portafoglio prodotti annovera alcuni tra i brand più famosi del settore: San Pellegrino, Perugina, Buitoni. In Italia abbiamo 8 impianti produttivi in cui lavorano professionisti in ambito prettamente STEM (ingegneria, produzione, qualità). Tuttavia, all’interno di Nestlé portiamo avanti un approccio olistico che valorizzi le soft skills indipendentemente dal lavoro che una persona conduca in azienda. La formazione che eroghiamo (55mila ore all’anno con un catalogo di oltre 200 corsi disponibili) approfondisce temi come la comunicazione, la leadership, il coaching, l’importanza del feedback, l’intelligenza emotiva e sono aperte a tutte le nostre persone. I line manager ricevono poi formazione specifica focalizzata sulla gestione delle persone.
Quanto contano le soft skills al momento dell’assunzione? Come possono essere potenziate una volta avvenuto l’inserimento? Vengono considerate nel valutare i percorsi di carriera?
Le soft skills in fase di assunzione sono ancor più importanti del percorso scolastico e del Cv. I nostri recruiter in fase di colloquio approfondiscono, in particolare, le esperienze, le storie e la curiosità del candidato, che ci permettono di identificare un profilo, che anche con un percorso di studi non necessariamente in linea con il ruolo, può rappresentare un valore per il Gruppo. Poi ovviamente queste skills si potenziano all’interno del proprio percorso in azienda attraverso la formazione, ma anche la relazione con le persone, specialmente quelle con maggiore esperienza. Per portare la mia esperienza all’interno di Nestlé ho imparato tantissimo guardando e lavorando fianco a fianco con quelli che erano i miei line-manager.
Che consiglio darebbe a un giovane che si approccia adesso al mondo del lavoro?
Visto anche il momento molto sfidante e particolare che stiamo attraversando, mi sento di dire che in questo nuovo scenario verso cui ci stiamo dirigendo i giovani saranno e dovranno essere i protagonisti. Per cui rivolgo loro un invito sincero a lanciarsi, a sperimentare idee e progetti innovativi, a non avere paura di sbagliare e impegnarsi per lasciare un’impronta in quello che fanno. In Nestlé siamo fortunati, perché abbiamo una Community Young che riunisce i giovani dell’organizzazione, favorendo la condivisione e la contaminazione delle idee e dei progetti. Durante i momenti di confronto che ogni tanto abbiamo ho la prova del talento e del potenziale che i giovani rivestono non solo per Nestlé, ma anche per la società.
(Marco Tedesco)