Si conferma anche nell’attualità del nostro tempo l’importanza, da parte dei soggetti decisori, di valorizzare le pratiche sportive.
Considerati gli oggettivi effetti benefici dell’educazione fisica, l’attenzione a livello europeo per la promozione delle attività fisiche è cresciuta sempre più.
Nel 2009, il Trattato di Lisbona ha introdotto la parola sport per la prima volta nell’ambito di un documento sul funzionamento dell’Unione Europea, riconoscendo la “specificità dello sport” e offrendo le basi giuridiche per la necessaria valorizzazione di questa pratica.
Tale importante passaggio si inseriva nel solco già tracciato dalla volontà politica espressa dal Parlamento europeo con le Risoluzioni del 13 giugno 1997 e del 13 febbraio 1998, prima, e dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2008, poi, e che oggi, di fronte all’interesse sempre più forte delle istituzioni europee e degli Stati membri nei riguardi delle politiche per lo sport, necessita di essere finalmente sviluppato.
Il convegno dell’11 dicembre 2014, organizzato dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento per gli Affari regionali, le autonomie e lo sport e co-finanziato dalla Commissione europea, nell’ambito del semestre italiano di presidenza dell’Ue, ha avuto l’obiettivo di porsi come premessa per un confronto istituzionale sulla specificità dello sport, con particolare riferimento alla formazione dei giovani atleti, alla luce dell’attuale contesto sportivo e giuridico europeo.
Gli investimenti nella promozione dello sport giovanile come, d’altro canto, le opportunità che si perseguono nei licei e nelle scuole tutte, attraverso mattinate didattiche presso strutture esterne soprattutto nel caso in cui la scuola non abbia la possibilità di fruire degli spazi sportivi interni, contribuiscono in diversa misura alla promozione del ciclo virtuoso che lega lo sport professionistico allo sport di base, e che ha come protagonisti i giovani sportivi. È proprio nel costante equilibrio tra valori educativi e risultati didattico-sportivi, tra dimensione valoriale e dimensione agonistica, che si sviluppa la specificità dello sport, ormai universalmente riconosciuto come un’infrastruttura sociale di cittadinanza di indubbia funzione economica.
E naturalmente, la natura inclusiva delle attività motorie e sportive trova la sua tangibilità procedurale proprio negli sforzi organizzativi e di pianificazione, nel senso di progettazione, messi in atto dalla scuola pubblica che tutelano la dimensione ampia e partecipata dei giovani.
Ci sia consentita una digressione che ci appare implicita: la correlazione tra dotazione di infrastrutture e livello di reddito risulta evidente come conferma ampiamente la storia del XIX secolo. E le infrastrutture sociali come l’attività fisica e sportiva a scuola, lo sport e la scuola stessa, seppur in maniera indiretta, incidono sulla qualità del capitale umano e influenzano in modo pervasivo l’intero sistema economico.
All’attività motoria, infatti, è strettamente collegata l’esigenza del ben-essere, dello star bene in primis nella scuola come contesto aggregante, scopo che le comunità educanti e collettive perseguono mettendo in atto azioni in sinergia con altre istituzioni e altri enti del territorio. Grande importanza infatti rivestono le opportunità che le scuole hanno nell’ampio panorama di percorsi prospettati anche da parte degli enti di competenza o da organismi quali il succitato Coni, che promuove possibilità di pratiche sportive in contesti naturali che portino i ragazzi a vivere e a sperimentare momenti di integrazione e di aggregazione, momenti di approccio educante ad ambienti naturali quali spiagge e mare, che forniscono input anche per approcci personalizzati rivolti alle possibili fragilità delle ragazze e dei ragazzi.
E si sa, soggetti esterni con competenze specifiche, che affianchino o che facciano da supporto logistico organizzativo alle risorse professionali delle scuole altrettanto specializzate, possono dare contributi per mettere in atto percorsi e misure di prevenzione atti a promuovere il più possibile abitudini sane di vita.
La rete Eurydice, rete europea di informazione sull’istruzione, ha prodotto nel 2013 il rapporto dal titolo Physical Education and Sport at School in Europe con la finalità di descrivere lo stato dell’arte dell’educazione fisica e delle attività sportive a scuola in 30 paesi europei nel settore dell’istruzione. L’attenzione si è focalizzata, tra l’altro, sulle strategie nazionali e sulle iniziative su vasta scala, sull’educazione fisica nei curricoli nazionali e sui documenti ufficiali d’indirizzo, ma anche sulla formazione degli insegnanti.
Tra i principali risultati emersi evidenziamo che Scienze motorie è una disciplina prevista da tutti i curricoli nazionali e che i giochi e la ginnastica siano le due attività obbligatorie più comunemente svolte.
Nel capitolo 1 del Rapporto, le finalità e gli obiettivi evidenziano come le strategie nazionali cambino da un paese all’altro in stretta relazione con le priorità politiche, sociali ed economiche del tempo storico vissuto. Quelle che ricorrono più frequentemente sono: innalzare il numero delle ragazze e dei ragazzi che svolge un’attività sportiva, promuovere una più diffusa coscienza del valore delle scienze motorie e quindi fortificare la propensione all’attività fisica, in sostanza innalzare la motivazione nei giovani a praticarlo nel corso della vita.
E quindi, viene posta in rilievo l’importanza dello sport ai fini della promozione di stili di vita sani e salutari che contrastino tra l’altro la dilagante tendenza al sovrappeso e all’obesità nonché ai fini di un portato ampio allo sviluppo fisico, personale e sociale.
Garantire che tale specificità trovi sostanziale riconoscimento nell’ordinamento giuridico europeo significa, infatti, garantire che lo sport possa contribuire alla formazione delle politiche europee in ambito sociale, economico e scolastico e, in ultima istanza, alla crescita del sistema Europa.
Quanto promosso grazie alle scienze motorie e a tutte le abilità sportive ad esse afferenti è la promozione di valori universali quali la solidarietà, la tolleranza, la convivenza civile tra gruppi di provenienza diversa che possono riuscire a trovare organicità e coerenza d’espressione. Ad un tempo, l’attività fisica e lo sport si pongono come strumento principe per promuovere l’educazione alla salute e lo sviluppo armonioso della persona proprio tra le nuove generazioni.
E chi si forma sul campo della cultura classica ben conosce il peso dell’espressione del X libro delle Satire di Giovenale “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano”, concetto già espresso da Platone nella Repubblica, rispetto al valore riconosciuto alla ginnastica, e concetto ripreso nel modello di scuola ed educazione, proiettato verso la promozione della ginnastica, proposto da Aristotele nella Politica.