Finita ormai la scuola con i risultati degli Esami di Stato, con gli ultimi corsi di recupero e gli adempimenti vari per i docenti, l’appuntamento è per il nuovo anno scolastico che non tarderà a venire. Nessuno per ora vuol pensarci, anche se è già pronta la macchina del commercio con zaini, diari, astucci, penne, matite e quant’altro profuma di cartoleria. Alcuni, però, sono costretti a pensarci: gli studenti che dovranno recuperare i debiti dell’anno precedente, quelli ansiosi per l’inizio di un nuovo ciclo di studi, i docenti in attesa della mobilità, di una destinazione, di un’assegnazione, di una cattedra come supplenti. Ma concentriamoci per tappe sulle vacanze. Uno: fa bene cambiare ambiente. Due: fa bene svolgere occupazioni diverse. Tre: fa bene trovare tempo per sé stessi e i propri cari, per gli hobby e quel poco di dolce far niente.
Una dimensione, tuttavia, non andrebbe messa da parte seppur strana a sentirsi: vivere le vacanze con lo spirito della scuola e dello studio. Follia? No, solo una modalità possibile che nasce dal senso originario dei due termini, e cioè la scuola come “tempo libero” e lo studio come “passione”. Vale per gli studenti in costume e per i docenti sotto l’ombrellone, perché la pausa estiva sia un virtuoso riempimento e non un pericoloso svuotamento.
Quattro: puntare sulle buone letture, quei libri comprati o ricevuti in dono e accatastati spesso per mancanza di tempo, che ora non attendono altro che essere amati. Cinque: ci aiutano le iniziative culturali di città, paesi, località turistiche, tra sagre, musica, serate danzanti, dibattiti, rappresentazioni teatrali, tutte opportunità di svago e di incontro con l’altro senza troppi limiti e stress. Sei: ci sono i musei, chiusi o a cielo aperto, luoghi parlanti dinanzi ai quali per stupore resta solo ascoltare, tacere e ammirare. Sette: c’è la natura, troppe volte ferita d’estate, ma mai vinta e sempre generosa, da curare e proteggere mentre ci cura e ci protegge.
Otto: ci sono i viaggi, le gite, le escursioni, i pellegrinaggi a coprire le esigenze del corpo, della mente, del cuore, dell’anima, o in tanti casi, più che a “coprire” a “scoprire” chi siamo, chi vogliamo essere, cosa sogniamo, perché ci mettiamo in cammino. Nove: e che dire delle attività di volontariato, già in buona parte vissute dalla fine della scuola ad oggi da molti adolescenti e giovani a favore dei più piccoli, dei poveri, dei migranti, dei senza dimora, certi che la solidarietà non va in vacanza? Così, senza compiti per casa, senza correzione di compiti in classe, lontani dai timori e dalle ansie da interrogazione o per la fine dei programmi, tutti cresciamo e impariamo con stupore da chi e ciò che ci circonda, ci incontra, oppure scegliamo e cerchiamo, magari innamorandoci un po’ e scoprendo qualcosa di nuovo.
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