L’amore per la lettura è (sicuramente) frutto di educazione e fiorisce (forse) nel tempo speso senza fretta, guardando chi ama leggere, stando immersi fra i libri, confrontandoci con altri lettori come noi.
Insomma, saper leggere e gustare la lettura è frutto di una vita condivisa con qualcuno che già lo sa fare: un genitore, un amico, o magari un docente che, pur non avendo biblioteche di classe o spazi attrezzati (o nemmeno il tempo orario adeguato), riesce ad accendere qualcosa nell’animo dei propri studenti. Infatti, le condizioni spesso proibitive dell’organizzazione scolastica nulla possono contro la potenza imprevista di un incontro fra un prof, uno studente ed una bella storia.
Di storie belle da raccontare o far leggere ce ne sono davvero tante ed offrire quella giusta al momento giusto fa la differenza nel percorso di educazione alla lettura. Infatti, troppo spesso proponiamo soltanto i cosiddetti “classici”, con scarso apprezzamento da parte dei nostri ragazzi, a cui forse manca un cammino di avvicinamento necessario per gustarli; è vero, a volte basta la passione di un prof per conquistare l’uditorio, ma molto più spesso serve una progressiva introduzione alla bellezza della lettura, tramite proposte adeguate, variegate e guidate.
Non tutti i docenti hanno una biblioteca d’istituto adeguata, ma tutti possono costruire uno specifico catalogo per la propria classe, portando fisicamente i libri in aula, in specifici momenti durante l’anno. L’elenco ideale deve includere molte opere (la quantità è importante per consentire una scelta quanto più personale), di difficoltà graduata e di varie tipologie, ovvero narrativa, nonfiction, graphic novels, poesie, racconti, classici contemporanei e non, albi illustrati (ma qui serve un approfondimento specifico, a cui rimandiamo in altro articolo). I titoli scelti devono essere di alta qualità: è da evitare la caccia all’ultima uscita o ai testi “tematici”; da utilizzare, invece, la regola delle cinque A, cioè l’Autorità di chi scrive (Per chi scrive? A chi si rivolge? Cosa ha già scritto? Cosa pensa della scrittura?), l’Accuratezza dei contenuti (mostrare, non dire), l’Adeguatezza dei contenuti (per età e competenze del lettore), l’Arte letteraria (con un italiano curato, dal lessico evocativo, non banale), l’Aspetto del libro (l’attrattiva estetica è importante per chi vive di media visivi).
Dove scegliere questi titoli? Ci sono premi letterari e riviste significative dedicati ai giovani, quali Premio Andersen, Liber, Premio Strega Ragazzi e Ragazze, Premio Mare di Libri, Premio Leggimi forte, Premio Bancarellino, Classifiche Progetto Xanadu, il “Kit per iniziare” IWT, le bibliografie di Equilibri curate da Gabriela Zucchini. Ci sono anche case editrici non blasonate, indipendenti, quindi più libere dalla massificazione del mercato e dalla logica del consumo, come Fandango, Uovonero, Pelledoca, Marcos y Marcos. Tuttavia, anche all’interno dei contenitori più noti (Salani, Rizzoli etc.) troviamo singole collane dedicate ai “giovani” o Young Adults, il che non è necessariamente sinonimo di qualità, ma sicuramente offre interessanti panorami da esplorare.
Infatti, qui troviamo vari ed apprezzati autori, diventati noti per titoli spesso considerati già dei nuovi classici; fra gli stranieri, ricordo soltanto John Green, David Almond, Aidan Chambers, Marie-Aude Murail, Andrew Norris, David Whitehouse, Jason Reynolds, Kevin Brooks, Philip Pullman; poi, fra gli italiani, cito Gabriele Clima, Paola Zannoner, Francesco D’Adamo, Antonio Ferrara, Beatrice Masini, Giuseppe Catozzella, Benedetta Bonfiglioli, Guido Sgardoli, Giorgio Scianna, Paolo Di Paolo o Alessandro Ferrari. Le loro storie hanno il punto di vista dei nostri ragazzi, senza mettere a tema niente (la guerra, la droga, il bullismo e tutte quelle etichette sulle quali non pochi scrittori imbastiscono racconti di cui conosci già la fine), ma regalando pezzi di vita reale, senza censure o moralismi, nei quali emerge sempre una luce, una verità, una bellezza. Non è detto ci sia un happy ending, ma sempre c’è un gancio, magari non convenzionale, che sorge dal reale stesso, mostrando (non dimostrando) che la vita non è una fregatura.
Naturalmente, accanto ai (pochi) nomi sopra citati, possiamo ricordare altri più noti classici contemporanei: i personaggi storici di Manfredi, i noir di Lucarelli o del più recente Marco Vichi, le storie bizzarre e umanissime di Fabio Genovesi, quelle drammatiche ma luminose di Fabio Geda, i personaggi magistrali e mai scontati di Niccolò Ammaniti o Silvia Avallone, la tenerezza delle relazioni amicali narrate da Paolo Cognetti o da Andrea Bajani; oppure, ancora, i desideri delle vite narrate da Eshkol Nevo o da Éric-Emmanuel Schmitt, la potenza vitale e miracolosa della realtà nei romanzi di Colum McCann, David Grossman o Cormac McCarthy.
Tuttavia, capite bene che, con tali ultimi autori, ci rivolgiamo a lettori forti o fortissimi ed è per questo, infatti, che nei nostri cataloghi da prof devono esserci tanti titoli di vari livelli, in modo da permettere agli studenti di avvicinare quanto sia loro più congeniale, sempre con l’aiuto del docente che avrà cura di dedicare tempo e spazio alla presentazione dei titoli. Se poi, parallelamente al laboratorio di lettura, vogliamo introdurre i nostri ragazzi anche scrittura e alle sue magie, non utilizziamo gli asfittici esercizi dei nostri testi scolastici, ma leggiamo insieme a loro qualche pagina del meraviglioso On writing: autobiografia di un mestiere di Stephen King… ma questa è un’altra storia, per un altro obiettivo!
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