Caro direttore,
Come già avevo avuto modo di raccontare sulle vostre pagine, in questi giorni di attesa frenetica del decreto rilancio, c’è un tema particolarmente dibattuto:quello dell’aiuto alle scuole paritarie e alle famiglie che hanno ragazzi che studiano in quelle realtà, duramente colpite, le une e le altre, dal punto di vista economico dalle chiusure imposte dall’emergenza.
Il tema sembra tecnico e complicato, ma in realtà è molto semplice: la scuola pubblica italiana si regge sia sulla scuola statale che su quella paritaria. Quest’ultima conta 12mila scuole, 180 mila lavoratori e soprattutto 900mila studenti tra scuole dell’infanzia, primaria e secondaria. Basterebbe leggere questi numeri per capire che senza le scuole paritarie ci sarebbe un consistente aumento dei costi a carico dello Stato, che dovrebbe provare a far fronte, con l’attuale corpo docente, gli attuali spazi e gli attuali servizi, ad un aumento di 900mila studenti. E sappiamo tutti benissimo che la scuola pubblica non sarebbe in grado di sostenere questo sforzo, anzi rischierebbe il collasso. Per non parlare di 180mila lavoratori che perderebbero il posto di lavoro.
Fin dal primo giorno di chiusura mi sono attivato per sottolineare, al Governo e alla ministra Azzolina, che avevamo il dovere di aiutare la scuola, tutta la scuola, statale e non statale. Non per ragioni ideologiche, ma per ragioni di buonsenso. L’ho ribadito anche in sua presenza e in più occasioni, in aula come in Commissione.
A fronte del silenzio del ministro competente devo riconoscere che una voce nel governo si è alzata più volte per sottolineare le problematiche delle paritarie ed è stata quella della ministra Bonetti, che non solo ha ottenuto un finanziamento di 80 milioni di euro per le strutture paritarie dell’infanzia (0-6 anni), ma insieme alla volontà politica di molti gruppi di maggioranza e opposizione, è riuscita ad ottenere qualcosa anche per le scuole paritarie. Dalla ministra Azzolina invece rimane ancora un silenzio per me incomprensibile.
Quando abbiamo letto la prima bozza del “decreto rilancio” abbiamo visto come un’ingiustizia il fatto che, a fronte di un investimento di 1,5 miliardi sul sistema scolastico statale, per le scuole paritarie non si prevedesse un euro di sostegno.
Come Italia Viva ci siamo allora immediatamente attivati per far capire al governo che una disparità del genere non era accettabile, e lo abbiamo fatto al fianco delle scuole e delle associazioni delle scuole paritarie, che si sono mobilitate con forza.
Proprio in queste ore iniziamo a vedere i primi frutti del lavoro fatto: nell’ultima bozza circolata del decreto rilancio infatti, si prevedono 70 milioni di finanziamento anche per le scuole paritarie. Bella notizia. Resterebbero tuttavia alcune disparità incomprensibili, come quella relativa al fatto che questi finanziamenti siano riferiti solo “fino ai 16 anni”, ovvero all’obbligo scolastico. Incomprensibili perché invece per le scuole statali lo Stato finanzia fino alla fine del quinto anno, e non solo fino ai 16 anni. Una disparità che la dice lunga sui pregiudizi ideologici che ancora circolano.
Cerchiamo però di guardare il bicchiere mezzo pieno: finalmente nel decreto si parla di tutta la scuola, statale e non statale, con risorse aggiuntive per le scuole paritarie. Forse adesso riusciremo a parlare di quello che nel nostro paese manca veramente: una vera libertà di scelta educativa.



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