Inizio delle lezioni alle 11 per gli studenti delle scuole superiori. Questa l’ipotesi sul nuovo Dpcm che riguarda il mondo della scuola. Questa decisione potrebbe essere presa per evitare di dover ricorrere alla didattica a distanza in maniera estesa e generalizzata, oltre che per svuotare autobus e metropolitane negli orari di punta. L’aspetto assurdo di questa vicenda è che i numeri mostrano come le scuole non siano focolai di coronavirus, sono invece luoghi “sicuri”. E tanto ha lavorato il Governo per renderle tali. Pensiamo al lungo lavoro organizzativo di questi mesi e agli investimenti per i banchi monoposto. Al netto della confusione dei mesi scorsi, frutto anche di una scarsa capacità comunicativa, il lavoro che è stato fatto per la scuola è stato importante, e ne va dato atto, ma non è stato completo. Si è deciso di puntare tutto sulla didattica in presenza, ma serviva prepararsi all’eventualità di dover ricorrere alla didattica a distanza, anche in forma mista. Non perché il mondo della scuola non sia in grado di portare avanti l’anno scolastico in sicurezza, ma perché ci sono altre variabili, come appunto quella dei trasporti, che incidono in determinate scelte.
DIDATTICA A DISTANZA? LA CHANCE SPRECATA DAL GOVERNO
Purtroppo è molto più semplice “sacrificare” la didattica in presenza che potenziare i trasporti. Lo dimostra la facilità con cui si torna a ricorrere alla didattica a distanza. Quel che manca è, dunque, il coraggio di scelte complesse, oltre che lungimiranza. Gli italiani avrebbero fatto volentieri a meno di bonus monopattini e bici in cambio di un sistema di trasporto pubblico più efficiente. Più facile sospendere l’attività scolastica in presenza che lavorare col trasporto privato, che pure si è offerto nelle ultime settimane a supporto per risolvere il problema degli assembramenti sui mezzi pubblici. Questione di prospettive a volte, ma anche di risorse sprecate. Risorse che potevano essere investite nella digitalizzazione, per un primo passo in attesa del Recovery Fund. Siamo a metà ottobre a riparlare di didattica a distanza senza che nulla sia cambiato nelle case degli italiani per quanto riguarda l’aspetto tecnologico. Ci sono famiglie che non possono permettersi un pc, altre che non sono raggiunte dalla banda larga o da una connessione decente per poter seguire una lezione. Il bonus pc sarà erogato a partire dal 19 ottobre, ma pensare che possa risolvere i problemi della didattica a distanza è utopistico. E dunque ci ritroviamo con gli stessi nodi di qualche mese fa e la consapevolezza di aver sprecato già un’occasione. Ma anche in questo caso il Governo fa ancora in tempo a intervenire.