Ahmed deve sostenere tre esami a settembre per poter andare in seconda liceo scientifico tecnologico, si tratta di inglese, italiano e storia. Ha frequentato i corsi della scuola, però non si sente preparato per affrontare gli esami;  in cuor suo sente che non ce la farà, anche perché il suo italiano è ancora deficitario.



Un giorno, agli inizi del mese di luglio, aveva confidato ad un amico, Luca, la sua paura. “Io so che non ce la farò” gli aveva detto “anche perché i prof ce l’hanno con me. Come tu vedevi, io in classe spesso mi facevo gli affari miei.”

Luca gli aveva detto una sola cosa, di tornare al centro di aiuto allo studio che lì poteva trovare di certo un sostegno.



“Al centro?” aveva chiesto perplesso Ahmed. “D’estate non sono aperti.”

“Non sono aperti, ma un aiuto a chi ha bisogno mi pare che lo diano. Vuoi che ti accompagni?”

“Sì, certo” aveva risposto Ahmed che si sentiva in difficoltà ad andare a fare questa richiesta. Così i due ragazzi erano andati al centro che effettivamente era chiuso, anche se le tapparelle erano alzate.

“Qualcuno c’è” aveva detto Luca e senza aspettare che Ahmed parlasse aveva suonato il campanello.

I due ragazzi così avevano aperto la porta ed erano entrati al centro.

Maurizio li aveva accolti con entusiasmo “Non siete in vacanza?” aveva chiesto, “cosa ci fate qui?”



“In vacanza lui” aveva risposto Ahmed, “io ho tre esami!”

Maurizio allora si era fatto dire quali fossero gli esami e come li volesse affrontare.

“Inglese, italiano e storia” aveva risposto Ahmed, aggiungendo: “ed è dura, non penso proprio di farcela.”

“Questi sono tuoi pensieri, mettili in cantina, adesso ciò che è importante è che tu voglia fare un lavoro. Lo so, siamo in estate, fa particolarmente caldo, ma se tu hai questi esami possiamo fare qualcosa insieme che ti serva, anche oltre gli esami.”

“Ma non siete chiusi?” aveva allora domandato Ahmed quasi meccanicamente, per un momento allontanando la sfida che gli lanciava Maurizio.

“Di fronte al bisogno siamo aperti, ma il problema vero è se tu vuoi fare un lavoro oppure sei rassegnato. A questo devi rispondere! Se siamo aperti o chiusi non è un tuo problema.”

“È un compito difficile, ma io ci sto!” aveva risposto Ahmed. Da quel giorno aveva cominciato a prendere sul serio i suoi esami, ogni mattina andava al centro, dove trovava Maurizio che lo aiutava in inglese e Diego che faceva la sua parte in italiano e storia.

Un giorno, mentre Diego era tutto impegnato a spiegare le guerre del Peloponneso, Ahmed lo aveva fermato e in modo diretto gli aveva chiesto perché mai stesse lì in piena estate a tentare di fargli passare l’esame. Diego gli aveva sorriso e poi aveva rimandato la domanda al mittente. “Perché ho bisogno” aveva risposto Ahmed, “io vengo qui perché ho bisogno”.

“Anch’io ho bisogno” aveva allora detto Diego. “Non di passare l’esame, ma semplicemente di fare mio il tuo bisogno.” E aveva chiesto ad Ahmed di che cosa avesse veramente bisogno, e se ci avesse mai pensato, in quei giorni accaldati sui libri di scuola.

Ahmed si era fermato pensieroso, poi aveva detto: “sì, oggi ho più speranza grazie a voi, e voglio giocarmi la partita!”

“Ecco perché vengo qui, per questo cammino di speranza, perché sfondi in me. Io come te ho bisogno di guardare la vita con speranza” aveva replicato Diego.

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