Un tutor in classe per gli studenti “difficili”. È ciò a cui sta lavorando il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara in vista del prossimo anno scolastico. La figura del tutor non verrà, dunque, inserita subito, anche perché bisogna avviare nel contempo e gradualmente «una formazione specifica». Il merito, ci tiene comunque a precisare, non è solo questione di voti, infatti il ministero dell’Istruzione rivendica di aver varato il portfolio sintetico dello studente, una narrazione del percorso dei ragazzi. «Il voto è un indicatore di un momento, ed uno stimolo, è dunque solo un mezzo». Per quanto riguarda la questione sicurezza, ha posto la firma sui 700 milioni previsti dal Pnrr che andavano stanziati, ma sono stati trovati altri 1,2 miliardi per la riqualificazione delle scuole, la messa in sicurezza e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Inoltre, è stato firmato il contratto con aumenti medi di 124 euro al mese per gli insegnanti. Ma ci sono da 200 a 255 milioni di euro per le palestre delle scuole. «Siamo anche riusciti ad ottenere dal Mef il consenso per utilizzare fondi del Pnrr per pagare docenti e personale Ata, impegnati nella lotta alla dispersione scolastica. I piani e gli interventi contro l’abbandono dovranno essere almeno biennali».
Sulle polemiche relative ai cellulari in classe, il ministro precisa che non è un provvedimento contro la modernità ma a favore del rispetto per docenti e compagni. «È l’uso improprio che ho ribadito essere vietato, dopo anni di trascuratezza, non certo quello a scopo didattico». La scuola va invece digitalizzata per migliorare l’insegnamento. A tal proposito, si pensa a rimodulare quello di Matematica e Fisica. «Ho voluto istituire un gruppo di lavoro composto da illustri professori di materie scientifiche che prenderà contatto con il premio Nobel Giorgio Parisi e con l’Accademia dei Lincei». Riguardo l’alternanza scuola-lavoro, «al Sud ci sono talvolta difficoltà a trovare imprese», quindi Valditara pensa ad agevolazioni per favorire la disponibilità delle imprese e alla modulazione dell’offerta formativa in virtù dei bisogni del territorio. Infine, auspica che non si torni alla Dad: «È stata necessaria in un certo momento, ma spero non ce ne sia più bisogno. La scuola non è solo didattica, ma socializzazione». (agg. di Silvana Palazzo)
SCUOLA, TUTOR IN CLASSE DALL’ANNO PROSSIMO
Il ministro dell’istruzione, Valditara, ha rilasciato stamane un’intervista ai microfoni de Il Gazzettino in cui si è soffermato sulla scuola che verrà alla luce dell’inizio del nuovo anno, il 2023, e del ritorno sui baschi da oggi dopo le vacanze natalizie. “Vorrei partire da una ricorrenza storica – le prime parole dell’esponente dell’esecutivo – quest’anno ricorrono i 75 anni di entrata in vigore della Costituzione che ha al centro il concetto di persona. Come affermava Giorgio La Pira prima viene la persona e poi lo Stato. L’insegnamento va il più possibile personalizzato, proprio perché la scuola del merito di cui parliamo noi deve sviluppare i talenti individuali dei ragazzi, promuovendo le attitudini di ciascuno”. Secondo Valditara tutto ciò si potrà concretizzare con: “Quella che ho illustrato nelle linee guida, varate prima di Natale, è una rivoluzione. Verrà introdotta la figura del docente tutor per ogni gruppo classe, il docente che dovrà avere una formazione particolare, ed anche essere pagato di più, e che dovrà in team con gli altri insegnanti seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento ma anche di quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare”.
Un altro aspetto importante della nuova scuola sarà l’orientamento: “Che deve dare consigli ai giovani e alle famiglie sulle scelte più opportune sulla prosecuzione degli studi. Occorre cioè da una parte che la scuola sappia individuare le potenzialità dello studente, dall’altra è necessario recuperare informazioni dai territori per conoscere le concrete prospettive formative e occupazionali. La scuola deve far emergere le attitudini dei ragazzi, come l’arte socratica della maieutica”. La figura del tutor, specifica Valditara, entrerà in vigore “Dal prossimo anno scolastico, nel contempo avvieremo gradualmente una formazione specifica”.
VALDITARA: “TRACCIATA STRADA PER UNA NUOVA SCUOLA”
Il ministro vuole far scattare un percorso di ascolto nelle scuole italiane, a cominciare da quelle “più disagiate ascoltando presidi, professori, studenti, personale tecnico”. Poi una grande sfida finale: “Combattere la dispersione scolastica. I dati sono impressionanti: in Italia il 13,2% dei ragazzi tra 15 e 19 anni non studia e non lavora. Per fare degli esempi, in Romania la percentuale è del 12,1%, in Germania del 5%, in Portogallo del 2,6%, in Svezia del 2,5%. Portare questo dato sotto al dieci per cento entro qualche anno sarebbe un buon punto di partenza”.
Ovviamente non sarà semplice raggiungere questo obiettivo, ma Valditara è chiaro: “La strada è quella tracciata, con tutor e orientamento. Poi però, come confermano molti studi recenti, si va a scuola più volentieri se l’istituto è bello, luminoso, i colori tenui per esempio favoriscono la concentrazione, le luci calde sono accoglienti. E servono professori sempre più motivati e autorevoli”. E ancora: “Ho chiesto a Invalsi di individuare le 50 scuole italiane che hanno grandi difficoltà. Voglio partire con una sperimentazione come si è fatto in Francia. In queste realtà più difficili le classi dovrebbero essere molto ridotte, dieci studenti l’una. Ho incarico un gruppo di lavoro di alto profilo di individuare una serie di azioni importanti da realizzare in queste scuole”. Valditara è convinto anche che i presidi debbano ‘girare’ di meno: “Non ci può essere disparità tra la durata massima degli incarichi. E credo che sei anni siano pochi per avere una continuità gestionale”.