Nell’incontro tra Governo e Regioni è stata presentata dai Ministri Gelmini, Bianchi, Speranza, Lamorgese e Giovannini l’ultima bozza del Decreto Covid in discussione domani al Consiglio dei Ministri, con novità importanti anche sul fronte scuola: «L’obiettivo del governo è quello di arrivare quanto prima ad una presenza al 100% dei nostri ragazzi a scuola, per quanto riguarda ogni ordine e grado. Con il nuovo decreto diamo un chiaro segnale in questa direzione. La nostra volontà politica è quella di far terminare agli studenti l’anno scolastico in aula. Per raggiungere questo obiettivo, naturalmente, lavoreremo fianco a fianco con le Regioni e con gli enti locali, per aiutare gli istituti e per rafforzare il sistema del trasporto pubblico», spiega la titolare degli Affari Regionali Mariastella Gelmini. C’è soddisfazione dalle Regioni che chiedevano a gran voce una mitigazione nel rientro in classe, in base alle problematiche presenti sopratutto per spazi e trasporti: «bene le linee guida del Governo».
Entrando nel merito delle regole in vigore dal 26 aprile fino al 31 luglio 2021 (con proroga dello stato di emergenza), il testo della bozza Dl Covid prevede «è assicurato in presenza sull’intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, nonché delle attività scolastiche e didattiche della scuola secondaria di secondo grado di cui al comma 2, almeno per il 50 per cento della popolazione studentesca» (e non è derogabile dalle Regioni, se non per «necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2»).
Capitolo diverso invece sulle scuole superiori: «nella zona rossa, sia garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e, fino a un massimo del 75 per cento», mentre per zone bianche, gialle e arancioni la presenza senza Dad «ad almeno il 60 per cento e fino al 100 per cento della popolazione studentesca». Fronte università, «Dal 26 aprile 2021 e fino al 31 luglio 2021, nelle zone gialla e arancione, le attività didattiche e curriculari delle università sono svolte prioritariamente in presenza secondo i piani di organizzazione della didattica e delle attività curricolari predisposti nel rispetto delle linee guida e dei protocolli di sicurezza di cui ai provvedimenti adottati in attuazione dell’articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020».
VERTICE GOVERNO-REGIONI SULLA SCUOLA
Nel pomeriggio di oggi, a seguito della riunione Cts (convocata per le ore 17) torneranno a riunirsi Governo e Regioni per dirimere le principali novità sulle riaperture dal 26 aprile prossimo, in particolar modo su scuola, trasporti e coprifuoco. Entro giovedì è atteso lo sbarco del nuovo Decreto Covid in Consiglio dei Ministri, con il Governo Draghi che confermerà la road map enunciata dal Premier Draghi in conferenza stampa lo scorso venerdì: riaperture graduali da lunedì 26 aprile, a cominciare da ristoranti-bar (all’aperto e solo in zona gialla), scuole al 100% in presenza (zone gialle e arancioni, 50% in zona rossa) e spettacoli al chiuso in cinema-teatri-musei.
Nel vertice odierno saranno discussi sia i protocolli preparati dalla Conferenza delle Regioni che il report redatto poco prima dalla riunione Cts: il pass per gli spostamenti tra i territori (qui tutte le info e novità), le riaperture dei ristoranti e il nodo del coprifuoco (la Lega oggi ha annunciato la proposta di slittarlo dalle 22 fino alle 23, attesa replica del Comitato Tecnico). Ma è sulla scuola in particolare che si concentrerà la riunione odierna, presenti infatti oltre ai Presidenti di Regione, i Ministri Mariastella Gelmini (Affari Regionali e Autonomie) e Patrizio Bianchi (Istruzione-Miur). Draghi ha lanciato la rotta “aprire tutte le scuole, tranne che in zona rossa” ma da sindacati e Regioni lo stop è importante, «non siamo ancora pronti».
I DUBBI DELLE REGIONI
Se infatti su test salivari a campione – proposta del Cts – e vaccini la strada sembra ancora lontana da una piena risoluzione, è il nodo dei trasporti ad essere sollevato maggiormente dalle Regioni: «Ci dovrà essere un mix di soluzioni che non dev’essere solo sul trasporto pubblico locale», spiega il Presidente della Conferenza Max Fedriga (Governatore Friuli), «ma anche sull’organizzazione scolastica e sulle altre misure che prevedono una modulazione delle percentuali. Vogliamo trovare soluzioni ma bisogna raccontare la verità e dire fin dove è possibile arrivare, altrimenti si fanno danni. Meglio dire i limiti con chiarezza e serietà altrimenti non si risolvono i problemi». Tra le ipotesi principali quella di scaglionare gli ingressi e le uscite dalle classi mantenendo però il 50% di capienza sui mezzi pubblici: così però la Lombardia e l’Emilia Romagna non ci stanno e con i Presidenti Fontana e Bonaccini rilanciano «i tavoli con prefetture sono sempre aperti, ma dobbiamo risolvere il problema dell’equazione insostenibile che vede le scuole al 100% e la copertura dei treni al 50%. Ci sono in campo una serie di soluzioni, una delle quali sarebbe quella di dilazionare l’ingresso degli studenti nelle scuole».
L’ALLARME DEI PRESIDI SULLE RIAPERTURE A SCUOLA
A RaiNews24 questa mattina una possibile via di soluzione è stata proposta dal Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli: «Se la scelta politica è quella di rientrare al 100%, si rientra. Però il distanziamento potrebbe non essere rispettato. Se vogliamo che il distanziamento sia rispettato allora dobbiamo concedere alla singola scuola di stabilire la percentuale di rientro». Secondo fonti di Governo all’Adnkronos, una sintesi andrà trovata anche perché «Ogni strada verrà battuta affinché la scuola riapra in massima sicurezza, ma il 26 aprile si torna in classe»: Draghi è il più convinto di tutti, racconta un Ministro sempre all’Adn, e in Cdm ha dettato la linea della riapertura di attività e scuole a partire da lunedì prossimo. Secondo i presidi però i problemi rimarrebbero, specie sui trasporti, tanto che Giannelli rilancia «sarebbe opportuno lasciare alle scuole la possibilità di decidere la percentuale di ragazzi a cui far frequentare, per esempio il 75% in presenza, il resto lo decide la scuola». Più duro il presidente dell’ANP del Lazio Mario Rusconi, «La riapertura delle scuole del prossimo 26 aprile prevista dal governo con la presenza al 100% degli studenti delle superiori, più che un atto di fiducia verso la ripresa, ci sembra un ulteriore scaricabarile degli amministratori verso i dirigenti scolastici».