«Se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a pensare anche alle riaperture: riaprire la scuola in primis. Le primarie e quelle dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni. E quindi speriamo -speriamo- subito dopo Pasqua»: questo il passaggio centrale delle Comunicazioni al Senato del Premier Mario Draghi, in vista del prossimo Consiglio Europeo di domani e venerdì.
La decisione potrebbe arrivare nei primi giorni della prossima settimana, quando i nuovi dati sul monitoraggio nazionale saranno in mano ai tecnici di Palazzo Chigi e del Ministero della Salute e la cabina di regia anti-Covid potrà prendere le decisioni più immediate per risollevare la situazione di milioni di italiani “bloccati” tra Dad e azzeramento o quasi della socialità scolastica. Secondo il Corriere della Sera, le prossime misure anti-Covid – scuole comprese – saranno condivise prima dai capi delegazione dei partiti, poi le Regioni e infine con i due rami del Parlamento.
LA RIUNIONE A PALAZZO CHIGI
Scuole aperte dopo Pasqua? Più di una ipotesi, come del resto sta emergendo in queste ore. L’orientamento del Ministero dell’Istruzione è di riaprirle dopo il 6 aprile, facendo tornare in presenza gli studenti. Ciò non riguarda solo gli alunni più piccoli, quindi la fascia che va da 0 a 6 anni, ma anche quelli fino alla prima media. Quel che non è chiaro è se ne sia parlato oggi nel corso della riunione a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza e i due membri del Comitato tecnico scientifico (Cts), Silvio Brusaferro, che è anche presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), e Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità. Secondo l’AdnKronos, che cita fonti di governo, le riaperture delle scuole dell’infanzia primarie e dell’infanzia nelle zone rosse dovrebbe rappresentare l’eccezione alla mini proroga delle restrizioni. (agg. di Silvana Palazzo)
SCUOLE APERTE? BONETTI APRE A IPOTESI
Scuole aperte anche in zona rossa dopo Pasqua. A lanciare l’ipotesi è la ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti, secondo cui alla scadenza del Dpcm potrebbe esserci una modifica delle norme. «Già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l’aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell’infanzia e almeno la primaria», ha dichiarato ai microfoni di Sky Tg24. Questa posizione è condivisa anche da Forza Italia, MoVimento 5 Stelle e Pd. «Sono d’accordo con il ministro Bonetti sulla necessità di far ripartire, già immediatamente dopo le festività pasquali, la scuola dell’infanzia e quella primaria», il commento di Licia Ronzulli, senatrice di FI e presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza.
Si tratta del resto di scuole in cui per l’età degli alunni e il tipo di offerta formativa non si può sostituire la didattica in presenza con quella a distanza. Pertanto, dopo le manifestazioni avvenute a Milano e Roma per la riapertura delle scuole, qualcosa effettivamente si sta muovendo.
SCUOLE APERTE? ANCHE VESCOVI IN PRESSING
A spingere per le scuole aperte, anche in zona rossa, i vescovi. «Il Paese necessita di segnali incoraggianti verso il mondo della scuola», ha dichiarato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, secondo cui la didattica a distanza non può sostituire quella in presenza. Già lunedì prossimo potrebbero esserci delle novità per quanto riguarda il fronte della scuola. «Mi auguro che in questa settimana ci siano regioni che possano passare in zona arancione e quindi possano riaprire le scuole dell’infanzia, i nidi, la primaria e la secondaria di primo grado e 50 e 50 le scuole secondarie di secondo grado», ha dichiarato la ministra Elena Bonetti a Sky Tg24. Ma in questo caso resta da capire che orientamento hanno i governatori, se cioè intendono prolungare la chiusura delle scuole, visto che si tratterebbe di farlo per tre giorni.
In realtà, l’orizzonte è il prossimo decreto, per il quale si pensa a delle modifiche, anche alla luce di quanto emerso da un grande studio che ha evidenziato la mancanza di correlazione tra l’aumento di contagi e l’apertura delle scuole.