Le scuole non devono riaprire prima di settembre: questo il consiglio del virologo Fabrizio Pregliasco ai microfoni di Radio Capital. Questa secondo lui la soluzione migliore in considerazione dell’emergenza coronavirus, ma il dibattito è in corso e i pareri sono discordanti. A Milano, ad esempio, si ragiona sulle riaperture e il sindaco Beppe Sala non esclude le scuole dalle valutazioni. Più che sul quando, si sbilancia sul come. «È necessario scaglionare ingressi e uscite», dichiara al Corriere della Sera. Questo cosa vuol dire sull’aspetto pratico? «Faccio un esempio: i ragazzi non devono entrare tutti alle 8 ma dalle 8 alle 10». Quindi, il sindaco di Milano avanza l’ipotesi dei doppi turni. «Bisognerebbe pensarci perché le classi non potranno essere più così numerose come adesso». In questo modo, dunque, si eviterebbero quegli assembramenti che si vogliono evitare proprio per scongiurare la diffusione ulteriore del coronavirus. In questo modo cambierebbero gli orari per gli studenti.
SCUOLE E CORONAVIRUS, SALA SU SUMMER SCHOOL
Ma quello degli orari non è l’unico aspetto che si sta valutando per quanto riguarda il mondo delle scuole ai tempi del coronavirus. I genitori che torneranno al lavoro avranno i figli a casa, visto che le scuole resteranno chiuse per quanto riguarda questo anno scolastico. Da qui l’idea del sindaco di Milano Beppe Sala di proporre come soluzione la summer school. «Cerchiamo di aiutare le famiglie permettendo ai bambini di passare qualche ora all’aperto», spiega al Corriere della Sera. Per questo ha già avviato un censimento dei cortili delle scuole e dei parchi utilizzabili. «Più che didattica pensiamo al gioco e allo sport, mantenendo i distanziamenti e le protezioni». E fa un altro esempio: «Tutti i giochi saranno lavabili e per i pasti stiamo studiando soluzioni più sicure e semplici rispetto alla mensa». Quindi, propone di dare la precedenza a chi non può tenere i bambini: «Sono tante le famiglie che mi chiedono un aiuto perché hanno bisogno di tornare al lavoro. Così come sono tante le richieste di aiuto dei giovani».