Le scuole cattoliche, e più in generale le private ‘convenzionate’ con lo stato, sono sotto attacco in Francia, con la prevista pubblicazione di un rapporto parlamentare per proporre una modifica della legge chiamata Debré e varata nel 1959. Il timore diffuso è che si voglia procedere ad una statalizzazione indiretta degli istituti religiosi e di quelli privati, limitando progressivamente il cosiddetto ‘carattere specifico’ delle singole scuole a favore di dettami condivisi con il Ministero dell’istituzione.



Il ‘carattere specifico‘ delle scuole cattoliche e di quelle private in Francia rappresenta per certi versi l’identità unica di un istituto (come, nel caso di quelli religiosi, l’insegnamento di un determinato credo). La specificità è proprio ciò che regola la legge Debré, che prevede la stipula di un contratto educativo nel quale scuola e Ministero decidono i limiti entro cui gli insegnamenti possono variare rispetto al programma nazionale. Proprio la specificità delle scuole cattoliche rischia di essere ridotta, costringendo i dirigenti a ridurre le ore dedicata al catechismo, oppure alle messe, alle celebrazioni e alle preghiere.



Mons. Rivière: “Difendiamo la specificità delle scuole cattoliche”

L’attacco contro le scuole cattoliche in Francia si sta concretizzando con sempre più sanzioni contro diverse istituzioni che avrebbero violato i contratti stipulati per la loro singola specificità. È il caso della celebre Stanislas di Parigi, sanzionata per aver reso obbligatorio l’insegnamento del catechismo; oppure della Jean-Paul-II di Compiègne dove il divieto di proiettare un film ha causato l’allontanamento del preside.

“C’è la sensazione”, spiega monsignor Benoît Rivière, Vescovo di Autun e Presidente del Consiglio per l’Educazione Cattolica, a La Croix, “che alcuni vorrebbero trasformare le scuole cattoliche in una scuole statali, ma come tutte le altre con l’opzione del catechismo. Dobbiamo”, ammonisce, “guardarci dal desiderio prevalente di standardizzare il clima scolastico“. Il Segretario Generale per l’educazione cattolica, invece, si dice preoccupato per l’affermarsi di un “pensiero unico” anche all’interno delle scuole cattoliche, che tende ad assecondare i “valori della Repubblica”. Questioni che diventano scottanti quando si tratta di argomenti come l’aborto, oppure i diritti Lgbt, fortemente sostenuti dall’istituzione statale, ma non dalla Chiesa, che sta adottando un approccio più moderato. “Abbiamo diritto”, si chiede il Garante, “a fare delle domande? Sosteniamo l’accoglienza e siamo al servizio della Repubblica, perché incarniamo il legame fraterno in linea con il motto repubblicano”.