Erano le ore 14 quando si è diffusa la notizia delle scuole chiuse in tutta Italia fino al prossimo 15 marzo e subito si è scatenato il “panico” tra le famiglie di tutto il Paese: non più le sole zone rosse e gialle coinvolte nel contagio da Coronavirus in maniera più massiccia, ma proprio tutta Italia viene coinvolta nel provvedimento assai drastico per provare a “stroncare” la diffusione dell’epidemia. Ecco che qui comincia una catena di “confusioni”, “smentite” e “attacchi” tra stampa e Governo che è praticamente terminata, se così si può dire, poco dopo le ore 18. Ecco la “cronistoria” – non esaltante – della pazza giornata comunicativa: quando la notizia ha ormai fatto già il giro di tutto il web, estero compreso (era stato lo stesso Premier Conte a non aver escluso l’opzione nelle interviste della mattina) alle ore 14.16 la Ministra del Miur Lucia Azzolina usciva da Palazzo Chigi, dove era in corso la riunione con tutti i Ministri, per smentire la notizia “bomba”. «Per ora le scuole non sono state chiuse. Abbiano chiesto al Comitato un parere su cosa fare per i prossimi giorni per contenere al massimo il contagio da Coronavirus e una decisione in merito la prenderemo nelle prossime ore», spiega la Ministra, scatenando da quel momento in poi 4 ore di semi-totale confusione su quanto sarebbe poi successo dalla giornata di domani. È poi in serata, alle ore 18.13 in conferenza stampa congiunta Conte-Azzolina che viene confermato l’annuncio del mattino: come dirà il Decreto in approvazione in serata, da domani e fino al 15 marzo prossimo ogni scuola e Università d’Italia è stata chiusa per fronteggiare l’emergenza Coronavirus



CAOS GOVERNO SU SCUOLE CHIUSE: CONTE SI DIFENDE

«Per noi non è stata una decisione facile, abbiamo aspettato il parere del comitato scientifico e abbiamo deciso prudenzialmente di sospendere le attività didattiche fino al 15 marzo da domani» ha spiegato la Ministra dell’Istruzione, rispondendo indirettamente alla “domanda di chiarezza” posta da tutta la stampa e dai cittadini in primis. Poco prima “La Repubblica” con un lungo comunicato apparso sul proprio sito online, scriveva: «Da allora, e fino alle 18.15 di oggi, quando invece la notizia è stata confermata, nessun altro esponente o addetto stampa del governo è intervenuto per confermare, smentire o chiarire la circostanza. Repubblica comprende e condivide lo sconcerto dei lettori e dell’opinione pubblica di fronte a una gestione confusa e approssimativa delle comunicazione istituzionale. Serietà, misura e correttezza sono un diritto dell’informazione e di tutti i cittadini». Insomma, confusione che si sarebbe potuta evitare se non fosse stato gestito il tutto con qualche, ci permettiamo anche noi, superficialità. Poco dopo arriva la risposta, netta e dura, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte direttamente in conferenza stampa: «Ci siamo riuniti tutti per valutare l’emergenza sanitaria in un vertice che non era il Consiglio dei Ministri», spiega Conte, aggiungendo che alla riunione era presente anche il n.1 dell’Iss professor Silvio Brusaferro che ha illustrato la situazione attuale per capire al meglio come agire nelle prossime settimane. «Dopo di che un’ampia parte della conversazione è stato dedicato al capitolo delle scuole e delle università: l’orientamento è stato quello di disporre la chiusura delle scuole, ma ci siamo anche detti attenzione su questo, demandiamo al prof. Brusaferro di ritirarsi col Comitato per dirimere una decisione sensata ed esperta»; concludendo il suo intervento, Conte ribadisce «La notizia che è stata anticipata è stata del tutto improvvida perché ancora mancava la valutazione del Comitato Scientifico: a quel punto abbiamo convocato questa conferenza per informarvi della decisione finale». Il commento più duro contro il Governo in merito al caos dell’annuncio sulle scuole chiuse arriva da Giorgia Meloni: intervistata da “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1, la leader FdI attacca «Ma vi rendente conto, non si può andare avanti così. Prima viene data la notizia della chiusura e poi esce il ministro e dice che non è vero? Ma vi sembra la gestione di una situazione emergenziale? C’è questo bisogno di farsi vedere, di parlare, cosa che porta ad un caos per cui nel giro di mezz’ora hai già le famiglie bloccate, perché magari si sono messe a telefonare ai nonni per cercare una soluzione, hai gente nel panico, e poi si dice non è vero…».



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