Cosa cambia per le scuole alla luce del nuovo decreto-legge che supera il Dpcm del Governo Draghi? In realtà sono già chiuse in molte regioni, a causa dell’impennata di casi. Infatti, da lunedì scorso 5,7 milioni di studenti su 8 sono in didattica a distanza. Oltre alle tre Regioni che erano già in zona rossa (Campania, Molise e Basilicata), le scuole sono già chiuse in Lombardia, Abruzzo, Liguria, Puglia e Umbria. Invece in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte sono chiuse “solo” le scuole medie e le superiori. In Emilia-Romagna sono chiuse nella città metropolitana di Bologna, nelle province di Modena e Reggio, Forlì e Cesena, Rimini e Riccione. Nelle Marche sono tutte chiuse ad Ancona e Macerata, dalle medie in poi a Pesaro e Urbino, Fermo e Ascoli.



Aperte invece nel Lazio, con la sola eccezione della provincia di Frosinone. Aperte anche in Toscana e Calabria. Qui il Tar ha sospeso l’ordinanza del governatore Nino Spirlì che aveva chiuso tutte le scuole, fatta eccezione per i nidi nella fascia di età 0-3. Cosa accade con il passaggio in zona rossa? Tutte le scuole vengono chiuse, dai nidi alle superiori.



SCUOLE, COSA SUCCEDE IN ZONE GIALLE E ARANCIONI

Resta solo la possibilità della didattica in presenza per gli alunni disabili o che hanno bisogni educativi speciali, oltre che per gli studenti di tecnici e professionali che prendono parte a laboratori. I figli dei lavoratori “essenziali” non possono frequentare la scuola, perché manca una norma sui key workers. La chiusura delle scuole nelle zone rosse era già prevista già l’art. 43 del Dpcm del 2 marzo, infatti recita: «Sono sospese le attività dei servizi educativi dell’infanzia e le attività scolastiche e didattiche di ogni ordine e grado». Per quanto riguarda, invece, le zone gialle e arancioni, le scuole possono restare aperte, anche se comunque nella maggior parte di questi territori non era già più così. Dunque, gli studenti delle scuole superiori possono andare in classe, ma non al 100 per cento. Quindi, ogni scuola in base all’autonomia garantisce la presenza nell’istituto di almeno il 50 per cento degli studenti, ma non oltre il 75 per cento. Quindi, i ragazzi vanno a scuola a giorni o settimane alterne. Tutti gli altri studenti, quelli dalla scuola dell’infanzia fino alla terza media, possono andare regolarmente a scuola, indossando la mascherina dai 6 anni in poi.

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