Pressochè ogni giorno ci si domanda fra alunni, genitori ed insegnanti, fino a quando le scuole resteranno chiuse per l’emergenza coronavirus. La risposta è molto complicata, ma fra gli addetti ai lavori inizia a serpeggiare l’idea che l’anno scolastico sia di fatto già concluso, con una possibile promozione generale, molto probabilmente con il “6 politico” a tutti. In attesa di novità da questo fronte (non vi è assolutamente nulla di ufficiale), allo stato attuale delle cose, le lezioni sono sospese fino al 3 aprile, ma tenendo conto che si tratta di un venerdì, di fatto le lezioni riprenderebbero solamente il sei aprile, di lunedì. Due giorni dopo, poi, scatterebbero in molti istituti le vacanze pasquali, di conseguenza, altra chiusura fino al 15. A meno che le vacanze pasquali non vengano ridotte al solo lunedì dell’angelo, a quel punto, si tornerebbe a fare lezione a meno di due mesi dalla nuova chiusura dell’anno. Cosa fare quindi? Le ipotesi non mancano, a cominciare da misure drastiche come il proseguo dell’anno per l’estate, cosa tutt’altro che da sottovalutare. Oppure, si parla di un inizio anticipato dell’anno che verrà, di modo da recuperare i giorni persi, ma molto dipenderà dalle varie categorie. Ci sarà da sedersi attorno ad un tavolo e scegliere al meglio, coronavirus permettendo… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SCUOLE CHIUSE PER CORONAVIRUS, IN ARRIVO CONGEDO STRAORDINARIO

Nella giornata di domani verranno resi noti gli interventi del governo come sostegno alle famiglie che in queste settimane stanno attraversando non poche difficoltà per via delle scuole chiuse. Non tutti, infatti, hanno nonne, suocere, zii, sorelle e fratelli a cui poter lasciare i propri figli, di conseguenza, bisogna pagare delle baby sitter per non abbandonare i piccoli. Nella giornata di domani si discuterà quindi su un congedo straordinario per 12 giorni, che potrebbero però aumentare, consentendo quindi ad uno dei due genitori con figli minori di 12 anni, di poter stare a casa. Chi sceglie il congedo, prenderà il 30% della paga prevista, anche se la percentuale potrebbe essere alzata e comunque essere legata al reddito. I dodici giorni, inoltre, potrebbero aumentare nel caso in cui uno dei due genitori sia un medico o un infermiere, quindi, “obbligato” a lavorare con turni massacranti vista l’emergenza di questi giorni. Inoltre si sta lavorando ad un voucher per le baby sitter da 600 euro al mese, riservato però alle “bambinaie” regolarmente assunte. Il voucher potrà essere utilizzato anche per pagare le badanti che assistono anziani non autosufficienti, e che precedentemente erano assistiti da strutture pubbliche, chiuse a causa dell’emergenza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SCUOLE CHIUSE PER CORONAVIRUS, AZZOLINA “DOLOROSO MA NECESSARIO”

Le scuole resteranno chiuse in tutta Italia, causa epidemia di coronavirus, fino al prossimo 3 aprile. Se fino a qualche ora fa vi erano ancora dei dubbi, con il nuovo decreto d’urgenza firmato dal consiglio dei ministri nella serata di ieri, la decisione di sospendere le lezioni è stata estesa a tutti gli istituti di ogni ordine e grado del Belpaese. La conferma è giunta poi tramite le parole della ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, che ha fatto sapere: “Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha appena annunciato l’estensione delle misure di contenimento del #Coronavirus su tutto il territorio nazionale. Sarà un’unica grande zona protetta. La decisione riguarda anche le scuole: le attività didattiche sono quindi sospese in tutto il Paese fino al 3 Aprile”. L’Azzolina parla di “misura dolorosa, ma necessaria, che condivido”, per poi aggiungere e concludere: “Mi impegno a stare ancora più vicino a studenti e personale scolastico. Andremo avanti affrontando insieme questa emergenza. Le attività si sospendono, ma la #scuolanonsiferma”. Piccola precisazione, le scuole tecnicamente non sono chiuse, in quanto le lezioni possono proseguire online. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SCUOLE CHIUSE PER CORONAVIRUS, PROROGA OLTRE 3 APRILE?

Non è ancora possibile fare un bilancio della didattica a distanza, ma intanto si ragiona su una proroga della chiusura delle scuole. Se nella zona arancione sono ufficialmente chiuse fino al 3 aprile, nel resto d’Italia lo sono fino al 15 marzo. Ma nei documenti e nelle circolari del Miur ci sono gli indizi per ritenere che le scuole di tutta Italia saranno chiuse almeno fino al 3 aprile. Nella nota diffusa dal ministero per spiegare le modalità con cui bisogna gestire l’emergenza si fa riferimento a tutte le scuole: «Nelle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione sono sospese tutte le riunioni degli organi collegiali in presenza fino al 3 aprile 2020». Quindi gli insegnati sono invitati a sviluppare la didattica a distanza fino a quella data, presentandosi a scuola solo per le attività legate all’attivazione delle classi digitali. La decisione del Miur comunque verrà ufficializzata nei prossimi giorni, forse mercoledì. Intanto si valuta la proroga anche oltre il 3 aprile, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. (agg. di Silvana Palazzo)

COME PROCEDE DIDATTICA A DISTANZA? “GRANDE CONFUSIONE”

Quando riapriranno le scuole chiuse in queste settimane causa epidemia coronavirus? Una domanda che ora come ore sembrerebbe essere da “un milione di dollari”, visto che allo stato attuale è complicato dare una risposta. Tutto dipenderà dall’andamento del virus, da cui si capirà se gli istituti riapriranno il 4 aprile (cosa poco probabile), oppure, se si andrà avanti di settimana in settimana fino a che la situazione non sarà tornata alla normalità. Nel frattempo, le scuole di tutta Italia stanno cercando di attrezzarsi per la didattica online, ma ad oggi la situazione resta molto confusionaria. La leader degli studenti della Rete della Conoscenza, Giulia Biazzo, ha infatti parlato così ai microfoni del Corriere della Sera: «Dall’inchiesta emerge un’enorme confusione e carenza di informazioni sullo svolgimento della didattica online: ogni professore la sta svolgendo con mezzi differenti, dalle videochiamate alla semplice assegnazione di compiti, nel 70% si sta facendo solo su alcune materie, mentre il 15% degli studenti non ha ancora iniziato nessun tipo di didattica a distanza. Molti studenti poi non hanno proprio modo di seguire le lezioni – denuncia Biazzo – Non tutti hanno a disposizione PC o Tablet, tantomeno una connessione Wi-Fi adatta; molte famiglie inoltre hanno un unico computer: come fanno a seguire le lezioni più figli contemporaneamente? Magari dividendosi con un genitore a cui è stato prescritto il lavoro da casa». C’è poi la questione del fatto che didattica a distanza non significhi solamente assegnare compiti ma fare anche lezione. «Si consiglia di evitare, soprattutto nella scuola primaria, la mera trasmissione di compiti ed esercitazioni – fa sapere a riguardo il Miur – quando non accompagnata da una qualche forma di azione didattica o anche semplicemente di contatto a distanza». Infine vi sono molti dubbi sulla valutazione dei compiti e delle interrogazioni a distanza: tutti problemi che forse verranno risolti nei prossimi giorni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

SCUOLE CHIUSE PER CORONAVIRUS, CONTE: “NEI PROSSIMI GIORNI DECIDEREMO IL DA FARSI”

Sulla questione scuole chiuse per coronavirus è tornato ad esprimersi il presidente del consiglio, Giuseppe Conte. Intervistato da Repubblica, il Premier ha affermato: “non è stata una decisione facile, sappiamo che stiamo chiedendo alle famiglie e ai tanti genitori con figli uno sforzo non trascurabile”. Al momento gli istituti di ogni ordine e grado rimarranno chiusi fino al prossimo 3 aprile, ma sono molti quelli convinti che arriverà a breve una proroga: “Abbiamo chiesto un approfondimento al Comitato tecnico-scientifico per avere tutte le informazioni utili e necessarie ad assumerci la responsabilità politica di questa decisione – ha proseguito il massimo esponente dell’esecutivo – nei prossimi giorni avremo un quadro più chiaro sugli effetti delle misure adottate e decideremo se prolungare questa misura, comunicandola per tempo alle famiglie”. Secondo Conte, la chiusura delle scuole si è resa necessaria per arginare l’epidemia, salvaguardando i giovani e giovanissimi: “Continuiamo ad agire seguendo la linea della massima precauzione e della proporzionalità delle misure messe in campo rispetto all’evolversi della situazione”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

SCUOLE CHIUSE PER CORONAVIRUS: OLTRE 5 MILIONI DI LAVORATORI IN EMERGENZA

L’emergenza connessa alla diffusione e ai contagi da Coronavirus in Italia continua a produrre effetti sulla vita quotidiana nel nostro Paese, a cominciare dalle attività didattiche, con la chiusura delle scuole prolungata, nelle aree inglobate nella cosiddetta “zona rossa” (Lombardia e province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia), sino al prossimo 3 aprile. Nel resto della nazione, invece, la campanella non tornerà a suonare prima del 16 marzo 2020, nuove disposizioni ministeriali permettendo. Uno stop prolungato che magari non dispiacerà troppo agli studenti, ma che, indubbiamente, crea gravi disagi alle loro famiglie: come riferito dal portale consulentidellavoro.it, sono 5 milioni e 139mila i lavoratori italiani (dipendenti e autonomi), che si trovano a doversi barcamenare tra la necessità di recarsi quotidianamente in ufficio e di provvedere alla cura dei propri figli, eccezionalmente a casa da scuola. La maggiore criticità, peraltro, riguarda le donne, che mai come ora necessiterebbero di misure istituzionali che vengano in loro soccorso.

SCUOLE CHIUSE PER CORONAVIRUS: OCCUPAZIONE FEMMINILE IN DIFFICOLTÀ

Le mamme single in Italia sono 302mila, le lavoratrici dipendenti 2 milioni e 234 mila. Un dato elevato, quest’ultimo, che avrebbe ulteriormente potuto essere ritoccato verso l’alto, se la conciliazione tra impiego e famiglia fosse stata agevolata dallo Stato. Secondo l’Istat, infatti, nell’ultimo anno il 14,5% del totale della popolazione femminile compresa nella fascia d’età fra i 15 e i 64 anni ha addirittura rinunciato a lavorare per impegni di cura o responsabilità in ambito domestico. “Se la chiusura delle scuole dovesse protrarsi oltre il 15 marzo, è possibile che molte lavoratrici dipendenti, esaurite ferie e permessi retribuiti, si troveranno costrette a restare a casa usufruendo di un permesso non retribuito, rinunciando così alla retribuzione e ai contributi”, ha sottolineato a consulentidellavoro.it Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. “Bene la scelta di puntare su ulteriori misure di sostegno alle famiglie, come il voucher per pagare la baby sitter e i congedi parentali straordinari per lavoratori dipendenti pubblici e privati, ma è necessario pensare anche ai lavoratori autonomi, ad oggi meno tutelati, per non far ricadere sulle loro famiglie gli effetti di un provvedimento d’urgenza a salvaguardia della salute pubblica”.