Appurato che la chiusura delle scuole per il Coronavirus al momento sia stata confermata solo fino al 15 marzo, è innegabile l’enorme disagio che questa decisione ha inevitabilmente portato alle numerose famiglie con figli minori. La sospensione delle attività scolastiche ed educative coinvolge circa 900 mila alunni delle scuole paritarie, che nonostante le difficoltà stanno cercando comunque di dare il proprio contributo per il bene degli alunni e delle loro famiglie. Eppure, come sostengono diverse sigle sindacali, proprio “le scuole paritarie, come tante altre realtà sociali, stanno comunque subendo gravi conseguenze per la crisi dovuta al Coronavirus”. In un comunicato FISM diffuso da OrizzonteScuola, si legge in merito: “Come associazioni di enti gestori di scuole paritarie, intendiamo dare un contributo per la definizione delle misure necessarie per sostenere famiglie e realtà sociali colpite dalle conseguenze del Covid- 19”. Put apprezzando l’annunciato impegno a sostegno delle famiglie, le stesse associazioni chiedono al ministero dell’Istruzione di provvedere con la massima urgenza ad erogare alle scuole paritarie i contributi ministeriali già previsti dalla legge di bilancio 2020. In particolare, al Governo fanno richiesta soprattutto per le paritarie delle regioni più colpite (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna), una serie di garanzie: “venga garantito agli enti che gestiscono le scuole paritarie di usufruire degli ammortizzatori sociali (FIS e Cassa integrazione), adeguatamente finanziati; siano azzerate le imposte (Ires, irap …) 2020 per gli enti che gestiscono scuole e servizi educativi; sia prevista per le famiglie la detraibilità integrale del costo delle rette scolastiche sostenuto nei primi 6 mesi del 2020”. Solo in questo modo, si legge, scuole paritarie e famiglie possono ripartire nel migliore dei modi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MIUR E VIMINALE: “ATTENZIONE ALLE FAKE NEWS”
Le scuole e le università italiane resteranno chiuse fino al prossimo 3 aprile al fine di fronteggiare al meglio l’emergenza Coronavirus? In attesa della decisione del governo si è diffusa in queste ore la possibilità di una ulteriore proroga che porterebbe così alla sospensione delle attività didattiche per quasi un mese. Tuttavia, ad intervenire di fronte alla diffusione della notizia è stato il Viminale attraverso il suo profilo Twitter smentendo prontamente e parlando di fake news. “Coronavirus, una fake news la chiusura delle scuole fino al 5 aprile. Nessuna notizia è stata pubblicata sul sito del ministero dell’Interno”, scrive. Ed anche il ministero dell’Istruzione parla di un “finto comunicato attribuito al Ministero dell’Interno in cui si dice che è stata disposta la chiusura delle scuole fino al 5 aprile. Chi fa questi giochini si diverte alle spalle di milioni di studenti e genitori, della scuola”. Prosegue quindi la rincorsa alle bufale ai tempi del Coronavirus che ora riguardano soprattutto il reparto della scuola. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DE MICHELI “NON ESCLUDIAMO ALLUNGAMENTI”
Le scuole chiuse per il coronavirus riapriranno non si sa bene quando. La sensazione circolante è che l’epidemia non sarà una cosa breve, di conseguenza anche gli istituti potrebbero restare con le serrande abbassate per un bel po’, e c’è chi ipotizza addirittura fino alla fine dell’anno scolastico. A riguardo ne ha parlato la ministra delle infrastrutture, Paola De Micheli, che ha sottolineato senza troppi giri di parole: “Non escludiamo allungamenti, sono pronta a sostenere anche misure più radicali”. Al momento il decreto è in vigore fino a domenica 15 marzo, ma cosa succederà da lunedì 16, nessuno può dirlo e nessuno sembra al momento pronto a sbilanciarsi in un senso o nell’altro. Nel frattempo Rai Cultura sta proponendo delle iniziative a supporto delle istituzioni scolastiche. A riguardo sono state realizzate dieci puntate speciali in tempi rapidi di Scuola@casa. Saranno online dal prossimo 9 marzo, da lunedì, e saranno rivolte agli studenti ma anche agli insegnanti e ai genitori, per presentare concetti, metodologie e strumenti per la didattica a distanza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SCUOLE CHIUSE PER CORONAVIRUS: CAOS PAGAMENTI E RIMBORSI ASILI NIDO
Scuole chiuse e problemi per i genitori che devono “gestire” i figli a casa. La Regione Toscana sta per approvare degli aiuti economici, ma al momento solo per i figli dei dipendenti delle strutture sanitarie. Invece il Comune di Firenze ha intenzione di sospendere i pagamenti degli asili nido. L’Associazione per i Diritti degli utenti e dei consumatori (ADUC) auspica che anche altre Regioni e Comuni si muovano in tal senso. La situazione è complessa per gli asili privati: il servizio viene erogato anche in situazione di emergenza con la didattica a distanza, quindi secondo l’Aduc si può pretendere di non pagare solo il servizio mensa, dove previsto, non erogato nel periodo di chiusura. Ma il consiglio è di parlare direttamente con i responsabili. Ci sono però asili che non garantiscono la didattica a distanza, quindi ci si ritrova a pagare la retta entro il 10 del mese, come da regolamento. Aduc in questo caso consiglia di farsi rimborsare una quota, quella relativa ai giorni di chiusura. (agg. di Silvana Palazzo)
SCUOLE CHIUSE CORONAVIRUS: TELEDIDATTICA ACCELERA
La possibile proroga della chiusura delle scuole italiane per Coronavirus sino al 3 aprile agevola i discorsi in materia di teledidattica, nota anche come didattica a distanza, che sarà sperimentata proprio in questo scenario d’emergenza per testarla anche in chiave futura, come ha asserito il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sul proprio profilo Facebook: “Abbiamo lavorato da subito a un’accelerazione del programma di didattica a distanza. È una sperimentazione del presente, che potrà lasciarci un patrimonio di esperienze importante per il futuro. Ma la scuola è molto altro: la scuola è condivisione, è stare assieme. La scuola in classe è insostituibile e deve tornare presto”. Smentito, nel frattempo, il messaggio audio attribuito inizialmente proprio al ministro Azzolina, nel quale venivano rilasciate indicazioni ai dirigenti scolastici e ai docenti. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
SCUOLE CHIUSE PER CORONAVIRUS: PROROGA OLTRE 15 MARZO?
Le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse in tutta Italia causa epidemia di coronavirus. La domanda sorge spontanea: quando riapriranno? Allo stato attuale delle cose il decreto d’emergenza scadrà domenica 15 marzo, di conseguenza, lunedì 16 si dovrebbe tornare sui banchi, ma ora come ora è difficile fare una previsione reale su cosa possa accadere nei prossimi dieci giorni, e non è quindi da escludere che il “divieto” venga prolungato ulteriormente. Lo hanno fatto chiaramente capire il presidente del consiglio Giuseppe Conte, e il professor Locatelli, del Consiglio superiore di sanità, non escludendo appunto una proroga. Un’indicazione in tal senso giunge già dalle gite scolastiche, inizialmente sospese fino al 15 marzo, poi allungate fino al 3 aprile. Se anche per la didattica la situazione dovesse essere simile, a quel punto gli studenti rientrerebbero in classe solamente fra un mese, con una sospensione decisamente lunga.
SCUOLE CHIUSE PER CORONAVIRUS: OCCHIO A INVALSI E MATURITA’
Cosa fare quindi in caso di chiusura prolungata? Allo stato attuale sembrerebbe impossibile, almeno per oggi, che la chiusura dell’anno scolastico possa essere prolungata oltre la metà di giugno, ma nulla è da lasciare al caso. Anche l’ipotesi di “tagliare” le vacanze pasquali, riducendole al solo lunedì dell’Angelo, non è stata per ora presa in considerazione, mentre il quotidiano Il Messaggero parla di rientri pomeridiani simili ai corsi di recupero organizzati per chi deve appunto recuperare materie insufficienti. Un’altra mossa per recuperare giorni, sempre che si ritorni a scuola, potrebbe essere quella di far svolgere le lezioni anche di sabato, giorno feriale per moltissimi alunni, ma anche in questo caso siamo solo nel campo delle ipotesi. Nel frattempo i docenti stanno preparandosi all’e-learning, le lezioni virtuali via Skype e simili, anche se non sarà semplice farlo per tutti gli alunni e per tutte le scuole, visto che i nostri istituti non sono completamente attrezzati, salvo i grandi atenei e le scuole più moderne del nord Italia. C’è poi la questione delle prove invalsi, da svolgere entro il mese in corso, ma che a questo punto verranno totalmente riprogrammate, e infine, quella degli esami di maturità che nella peggiore delle ipotesi potrebbero essere ridotti al solo orale.