La prolungata chiusura delle scuole fino al mese di settembre ha provocato reazioni discordanti non soltanto in Italia, ma anche sull’altra sponda della Manica; infatti, come riporta il “Financial Times”, i genitori britannici hanno ricevuto la notizia che la maggior parte dei bambini non potrà rientrare in classe sino all’autunno, mentre in tutta la nazione gli zoo sono pronti a riaprire i propri battenti al pubblico. Eppure, i più piccoli non sono così esposti al rischio di contrarre il Coronavirus: secondo alcune statistiche riferite all’interno dell’articolo, solamente due bambini d’età compresa fra i cinque e i quattordici anni sono stati registrati fra i decessi per Covid-19 nel periodo che va dal 28 marzo al 29 maggio. Inoltre, l’evidenza suggerisce che i docenti non si troverebbero in grave pericolo, qualora rientrassero a scuola: i dati provenienti dall’Inghilterra e dal Galles hanno rilevato che gli operai edili, gli addetti alle pulizie, gli operatori sanitari, gli assistenti infermieristici, i tassisti, i cuochi e gli assistenti alla vendita al dettaglio sono tra i lavoratori a più alto rischio. Gli insegnanti no.
SCUOLE CHIUSE: QUANTI DANNI!
Davvero la chiusura delle scuole fino a settembre può contenere la diffusione del Covid-19? Alla fine di maggio, i ricercatori del Center for Global Development hanno esaminato 20 Paesi che avevano riaperto le scuole. In tre di essi, c’erano alcune prove – anche se deboli – che l’epidemia fosse peggiorata dopo la riapertura. Nella maggior parte di essi, invece, no. Questo non prova che le scuole non rappresentino un rischio, ma nel frattempo non è sbagliato tenere chiuse le aule? Secondo il “Financial Times”, sì. Si danneggia, in primis, la carriera di molti genitori e soprattutto delle madri. È difficile vedere una ripresa economica quando il lavoro di così tante persone dipende dal fatto che i loro figli siano sorvegliati in modo sicuro a scuola. Anche gli studenti risentono di uno stop così lungo e nel mondo accademico si discute attivamente se le lunghe pause estive possano rappresentare un ostacolo all’apprendimento di tutti gli studenti o soltanto a quello di coloro che sono già svantaggiati. “L’inversione dell’isolamento – si legge sul FT – è un momento pericoloso. Se il virus ritorna, rischiamo di combinare i costi sanitari dell’apertura con i costi sociali dell’isolamento. Ma non possiamo sacrificare l’educazione dei nostri figli a tempo indeterminato. Il problema della riapertura delle scuole è diventato centrale nella risposta alla pandemia. Richiede saggezza, diplomazia e grande attenzione”.