Scuole chiuse da subito in tutta Italia: è il parere convinto che giunge dal Comitato tecnico scientifico (Cts), chiamato in queste ore a sviluppare ragionamenti attorno alla preoccupante recrudescenza della pandemia di Coronavirus nel nostro Paese e a individuare contromisure adatte ad arrestarne la corsa, che si sta facendo giorno dopo giorno sempre più rapida. Tuttavia, rifacendosi all’opinione degli esperti, “chiudere la scuola ha senso solo se si sospendono anche le altre attività. Impedire ai ragazzi di frequentare le lezioni, ma permettere loro di ritrovarsi nei centri commerciali, o nei luoghi della movida, significa non aver compreso la gravità della situazione”.
Ecco perché, stando a quanto apprende l’agenzia AGI, il Cts ha sottolineato con forza che “l’attuale situazione pandemica in Italia richiederebbe subito un lockdown duro. In alternativa, l’unico compromesso possibile è quello di una zona rossa automatica nel momento esatto in cui si supera la soglia dei 250 contagi per 100mila abitanti”. Limite numerico, quest’ultimo, che figura nel DPCM in vigore dalla data odierna, ma che lascia ancora margine di manovra ai governatori delle Regioni.
IL PARERE DEL CTS: “SCUOLE CHIUSE, MA POTREBBE NON BASTARE”
La verità è che vedere le scuole chiuse nuovamente nell’intero Belpaese potrebbe non rappresentare la soluzione ideale al dilagare dei contagi, se rimarrà l’unica misura adottata per frenare la corsa del virus e delle sue imprevedibili varianti. Ad oggi, la situazione pandemica indica un peggioramento dell’indice Rt, che torna dopo sette settimane a superare quota 1 (1,06). Si tratta, per giunta, di un dato riferito a quindici giorni fa e che, dunque, potrebbe essere ancora peggiore. Ecco perché da più parti all’interno del Comitato tecnico scientifico, si sta invocando a gran voce il lockdown generale, proponendo come unica alternativa l’adozione di zone rosse mirate e automatiche non appena si superano i parametri massimi previsti per questa terza ondata. Inoltre, come spiega l’AGI, “il Cts avrebbe rilevato che, ad oggi, sospendere le lezioni in presenza è l’unica strada possibile. Questo perché poco o nulla sarebbe stato fatto in questi mesi in termini di tracciabilità e di identificazione dei cluster scolastici”.