Il decreto Caivano, approvato lo scorso 7 settembre dal Consiglio dei Ministri, ha disposto il divieto di accesso, avvicinamento e stazionamento a scuole, università e aree limitrofe per chi sia stato denunciato o condannato per vendita o cessione di droga e anche per chi detiene sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio. La misura è stata introdotta con l’obiettivo di contrastare la diffusione del fenomeno tra i più giovani. L’applicabilità del cosiddetto “daspo urbano” è stato esteso ai maggiori di 14 anni.
Alcune novità sono state introdotte anche in materia di prevenzione di disordini negli esercizi pubblici e nei locali di pubblico trattenimento. Il divieto di accesso, il cosiddetto “daspo Willy”, può essere ora applicato ai soggetti denunciati, oltre che per i reati contro la persona e il patrimonio, anche per il reato di porto di arma impropria, quello di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e il reato di resistenza a un pubblico ufficiale. La durata della misura è aumentata: da 1 anno a 3 anni. Inoltre, si inaspriscono le pene per chi infrange tali divieti, che passano a un massimo di tre anni e di 24.000 euro euro di multa.
Scuole e università, divieto di avvicinamento per chi ha precedenti per droga: tutte le misure
Oltre alle misure relative al divieto di avvicinamento a scuole, università, esercizi pubblici e locali di pubblico trattenimento, sono state introdotte dal decreto Caivano anche provvedimenti volti al controllo dei minori per quel che concerne l’utilizzo di dispositivi elettronici. Il testo infatti prevede l’obbligo, per i fornitori dei servizi, di assicurare la disponibilità delle applicazioni di controllo parentale nell’ambito dei contratti di fornitura. Inoltre, si prevede l’obbligo per i produttori di dispositivi di telefonia mobile (e simili) di assicurare l’installazione di default di tali applicazioni nei nuovi dispositivi immessi sul mercato. I meccanismi in questione dovranno essere gratuiti.