Le scuole italiane sono davvero vicine ancora una volta alla chiusura? Un interrogativo che ha acquisito sempre più forza nelle ultime ore e lo scenario pare purtroppo tutt’altro che meramente ipotetico. Colpa della variante britannica del Coronavirus, che rischia di scombinare i piani dei vertici nazionali, malgrado la mappa delle regioni sia prevalentemente di colore giallo. Secondo quanto riferito da Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), la mutazione inglese rappresenta una minaccia concreta impossibile da ignorare e incarna a tutti gli effetti “un ostacolo alla normale attività scolastica”.
Parole, per giunta, che provengono da colui che si è sempre battuto per una drastica riduzione dell’utilizzo della didattica a distanza. “Sono stato e sono un sostenitore accanito del principio per cui la formazione è un imperativo sociale e politico, ma se anche nel nostro Paese si evidenzierà che ragazzi e bambini sono portatori del virus, certamente si dovrà chiudere, nonostante questa prospettiva mi provochi un grande dolore”.
SCUOLE ITALIANE, NUOVA CHIUSURA?
La possibile chiusura delle scuole italiane contrasta con le dichiarazioni rilasciate nelle scorse ore agli organi d’informazione dal nuovo ministro dell’Istruzione del Governo Draghi, il ferrarese Patrizio Bianchi, il quale ha affermato a favore di microfoni e di telecamere che si lavorerà per favorire pienamente la didattica in presenza. Eppure, Fabio Ciciliano, altro componente del Comitato tecnico scientifico, non ha nascosto la grande preoccupazione per la fascia d’età scolastica fino ai nove anni, “nella quale si è visto già un incremento della trasmissibilità. Le scuole devono essere la priorità, le ultime a chiudere, ma se l’incremento numerico dei contagi sarà tale da mettere in crisi l’intero Paese per quanto riguarda la sostenibilità del sistema sanitario, una valutazione andrà fatta. Sempre nell’attesa che la campagna vaccinale arrivi a un punto tale da metterci in sicurezza”. Intanto, a Roma sono stati segnalati focolai alle elementari e in un asilo, mentre in un liceo di Forlì, in Romagna, figurano addirittura 31 casi di positività, con otto classi in quarantena. Insomma, la minaccia è reale.