«La scuola riapre in sicurezza il 14 settembre»: dopo la Ministra dell’istruzione Lucia Azzolina e dopo il Premier Conte oggi è il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia a confermare – da Agorà Estate – il piano scuola pensato da Cts-Governo-Miur dopo mesi di lockdown. In realtà la situazione è molto più complessa di così e tra ritardo nella consegna dei banchi “monoposto” e aumento dei contagi (il 29 agosto ci sarà la riunione decisiva al Comitato Tecnico Scientifico per dare luce verde o rossa alla ripresa delle scuole), la situazione sul futuro della scuola è tutt’altro che normalizzata. Oggi su Repubblica vengono riportate diverse posizioni di scuole importanti di Roma e della Regione Lazio che lanciano un messaggio molto netto al Governo e al Miur: «banchi subito oppure non riapriamo». Se infatti i banchi con le rotelle – 2,4 milioni di arredi ad hoc per il distanziamento fisico in classe, forniti dal banco del commissario Arcuri iniziato ufficialmente il 12 agosto scorso – non dovessero arrivare già ad inizio settembre, la rivolta di molte strutture scolastiche sarebbe inevitabile: nel piano di ripartenza del nuovo anno scolastico al liceo classico di Roma Giulio Cesare è scritto nero su bianco, riporta Repubblica, «Se i banchi monoposto non arriveranno in tempo, entro il 7 settembre, in via provvisoria si ricorrerà anche alla didattica a distanza». Senza arredi e spazi alternativi non si potrà far fronte alle regole messe in campo da Miur e Cts e così le superiori lanciano l’ultimatum: o arrivano da loro, per primi, i banchi “monoposto” del bando Arcuri oppure la Dad diventa un’opzione non solo probabile ma certa. «Nella confusione che c’è si ricorre a soluzioni creative, il problema serio però è alla primaria. Non vanno bene la lezione da casa per i bambini», spiega il presidente dei presidi italiani Antonello Giannelli.



CTS RASSICURA I PRESIDI: “NO RISCHI PENALI SE…”

Oggi si riunirà il Comitato Tecnico Scientifico per dirimere le nuove linee guida per il protocollo sicurezza della riapertura, dopo le forti polemiche degli scorsi giorni per la bozza circolata sulle azioni da tenere qualora vi siano contagi o sintomi in classe per alunni/docenti: dalla mascherina all’iter sanitario da adottare fino al tema caldissimo dei banchi, con le Regioni che si scatenano contro il Commissario all’emergenza Domenico Arcuri dopo la convocazione d’urgenza del summit al Miur di presidi, sindacati e Anci (Comuni) per definire l’ordina di consegna. «È assurdo escluderci», protesta l’assessore all’Istruzione del Veneto, Elena Donazzan, «il caos in cui la scuola si trova a meno di due settimane dall’inizio delle attività è una grave responsabilità politica del governo». Nel frattempo però, mentre resta immutato il dato sui banchi con le tempistiche che potrebbero estendersi tra fine ottobre e metà novembre – con notevoli difficoltà dunque nei primi mesi a sottostare alle linee guida sul distanziamento social nelle classi – il Cts prova a rassicurare i dirigenti scolastici: i presidi da giorni, con gran forza, chiedono uno “scudo penale” per non rimanere invischiati in cause legali laddove vi siano contagi da Covid a scuola dopo le regole stringenti (e al momento quasi impossibili per tutti da adottare al 100%) imposte dal Governo. «Nel decreto liquidità di giugno si esime da ogni responsabilità giuridica il datore che segue le linee guida. Vale per privato e pubblico. Se un lavorare si ammala, Inail determina dopo se è indennizzabile, ma non c’è correlazione tra riconoscimento assicurativo e responsabilità di datori di lavoro e presidi», spiega Sergio Iavicoli, dirigente Inail che appartiene al Comitato Tecnico Scientifico, non prima di ribadire l’uso della mascherina per tutti sopra i 6 anni.

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