E’ arrivata la replica del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, alla Azzolina. La ministra dell’istruzione aveva inviato una lettera allo stesso presidente lombardo e a quello della Campania, chiedendo di rispettare il Dpcm in quanto a scuole, e di conseguenza di non chiuderle come invece già avvenuto in Campania (e come avverrà da lunedì in Lombardia ma solo per superiori e università). “Visti e considerati i dati relativi alla curva epidemiologica della Lombardia – le parole di Fontana riportate dall’agenzia Ansa – correlati alla situazione del sistema del trasporto pubblico locale, con particolare riferimento ai giovani che frequentano le scuole secondarie, ribadiamo essere necessarie decisioni stringenti. Fermo restando che se il ministro reputa eccessivi e non idonei i nostri provvedimenti può impugnarli”. Fontana ha poi spiegato che sta provvedendo ad inviare al ministro Azzolina una lettera di risposta formale con tutti i dati utili per leggere la situazione Lombardia: “È giusto sottolineare – ha concluso Fontana – che da mesi Regione Lombardia ha posto al centro dell’attenzione del Governo quanto grandi siano le difficoltà nel settore trasporto pubblico. Istanze che erano rimaste e continuano a rimanere inascoltate”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SCUOLE LOMBARDIA, AZZOLINA A FONTANA: “NO DAD. FATTO SFORZI, TROVI ALTRE SOLUZIONI”

Dopo l’ordinanza della Regione Lombardia uscita ieri in occasione del coprifuoco instaurato fino al prossimo 13 novembre, una parte delle misure restrittive per l’aumento di contagi Covid ha riguardato la scuola e in particolare l’obbligo – da lunedì 26 ottobre – della didattica a distanza (DAD) per le classi superiori. L’ordinanza ha scatenato in primo luogo una dura reazione da parte dei sindaci lombardi, Sala a Milano in primis, ma è poi il Ministero dell’Istruzione che non ha recepito positivamente l’indicazione del Governatore Attilio Fontana tanto che la Ministra Lucia Azzolina ha inviato una lettera al Presidente lombardo per chiedere chiarimenti: «La scelta della Regione Lombardia sulla didattica a distanza per le scuole secondarie appare come una imposizione che non tiene conto delle specificità dei contesti territoriali e degli enormi sforzi compiuti da tutta la comunità scolastica, a cui va il mio ringraziamento, per garantire il corretto avvio e l’ordinario svolgimento dell’anno scolastico», si legge nella lettera pubblicata integralmente dal portale di “Affari Italiani”.



LA LETTERA DELLA MINISTRA AZZOLINA

Dopo il lungo sforzo della Ministra Azzolina (e le forti polemiche) per trovare le modalità e i protocolli atti a riaprire le scuole in presenza ad inizio anno (i primi a chiudere in Europa e gli ultimi a riaprire, ndr), il punto è stato tenuto dal Miur anche davanti alle pressioni interne al Governo per trovare una soluzione di alternanza laddove i banchi del bando Arcuri ancora non sono arrivati in tutte le scuole e laddove gli spazi sono molto compromessi. Ora però con l’ordinanza Lombardia, la Azzolina non accetta la decisione della Regione sulla DAD alle superiori fino al prossimo 13 novembre: «In una fase così complessa per la Nazione, desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse». Nella lettera la titolare dell’Istruzione ricorda il grande sforzo fatto dal Ministero per trovare i protocolli e le misure di sicurezza, ribadendo come il problema del contagio non nasce a scuola (anche se un reportage ieri sul quotidiano “Domani” ne mette in forte discussione l’assunto iniziale, ndr): «Nel ribadire la mia disponibilità e quella del Ministero dell’istruzione alla più ampia collaborazione per la tutela della salute e della sicurezza di tutti i cittadini, Le chiedo però di contribuire, con oculatezza, attenzione e capacità di confronto, in spirito di unità e responsabilità collettiva, a garantire pienamente il diritto all’istruzione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi», conclude la lettera. Il sindaco di Milano Beppe Sala si trova concorde con la Ministra e a Rtl 102.5 ribadisce la contrarietà all’ordinanza sul fronte scuola: «Non ha senso in questo momento, bisogna alternare didattica in presenza e a distanza così deve essere per tutti gli ordini di scuole. In questa ordinanza della Regione Lombardia, uscita ieri un po’ in velocità, noi sindaci l’abbiamo vista ma eravamo concentrarci sul tema del coprifuoco». «Questa cosa – conclude Sala – ci è scappata e da quando ce ne siamo accorti ci stiamo opponendo tutti, oggi alle 13 incontreremo di nuovo in video il presidente Fontana».

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