Una revisione delle politiche di genere a scuola: è quanto chiedono in Gran Bretagna gli attivisti per i diritti delle donne, secondo cui viene promossa la transizione, in particolare l’idea che i bambini siano nati nel corpo sbagliato. Diversi gruppi hanno scritto al nuovo ministro dell’Educazione, Gillian Keegan, chiedendo una revisione, come accaduto per la clinica Tavistock per lo sviluppo dell’identità di genere a Londra, che ora sta per essere chiusa.
I gruppi, tra cui Sex Matters e Transgender Trend, hanno scritto alla Keegan al termine della settimana scorsa esprimendo preoccupazione per l’autoidentificazione trasgender nelle scuole. “La prego di commissionare una revisione indipendente da parte di esperti sulla promozione dell’ideologia di genere nelle scuole e sul suo impatto sul disagio di genere e sulla salvaguardia dei bambini“, riporta uno stralcio della lettera pubblicato dal Times.
Alcune scuole britanniche hanno accolto gruppi LGBTQ con cui parlano ai bambini dell’identità di genere. Ma gli insegnanti non dovrebbero dire loro che potrebbero appartenere ad un genere diverso in base alla loro personalità o ai vestiti che vogliono indossare, secondo le indicazioni del Dipartimento per l’Istruzione. Gli attivisti affermano che alcune scuole hanno politiche che “sostengono l’uso di legature al seno, che costringono la respirazione e causano dolore e danni ai tessuti molli, ai polmoni e alla colonna vertebrale“.
TRANSIZIONE, L’APPELLO DEGLI ATTIVISTI
I genitori chiedono che le scuole proteggano i figli dal bullismo e che prevedano dei ragionevoli accorgimenti per coloro che soffrono di disforia di genere, “ma le scuole non devono fingere che un bambino abbia effettivamente cambiato sesso” né promuovere la transizione. Dunque, si chiede al ministero dell’Educazione di basarsi sull’Equality Act 2010, che prevede tutele legali sulla base del sesso di una persona. Inoltre, la lettera chiede che i genitori possano ispezionare tutto il materiale didattico sull’educazione sessuale e alle relazioni. I sostenitori della campagna chiedono anche una revisione dei programmi di studio e dei materiali didattici incentrata sul mantenimento dell’imparzialità nelle scuole. “Le scuole sono tenute per legge a confrontarsi con i genitori sull’insegnamento dell’educazione alle relazioni, al sesso e alla salute“, la replica del Dipartimento dell’Istruzione. C’è anche una prima rassicurazione: “Stiamo scrivendo a tutte le scuole in questo trimestre per sottolineare questo aspetto e per chiarire che se un genitore chiede di vedere il materiale didattico, la legge sul copyright non impedisce alla scuola di condividerlo con i genitori di persona nei locali della scuola“.