L’inflazione e gli aumenti sui costi di gestione hanno interessato indistintamente le famiglie ma anche tutti i settori dell’economia, e non solo. Non ne è rimasto escluso nemmeno il comparto scolastico, con particolare riferimento alle scuole paritarie, che lamentano preoccupazioni per il crescente caro vita. Sappiamo infatti come, trattandosi di scuole parastatali, necessitino di fondi statali ma non solo.



Il Governo Meloni ha mostrato particolare attenzione a questi ambiti dell’istruzione, stanziando nella Legge di Bilancio 2023 ben 70 milioni di euro in favore delle scuole paritarie. Finanziamenti triplicati se consideriamo gli ultimi 10 anni, passando da un contributo di 286 milioni nel 2012 per arrivare agli odierni 626 milioni. Eppure, nonostante ciò, le scuole non statali accusano il colpo dei rincari, lanciando l’allarme sugli incrementi delle spese legate all’energia.



Fism soddisfatta per gli interventi a favore delle scuole paritarie

Le preoccupazioni sui rincari sono state esposte in occasione dei lavori del Consiglio Nazionale della FISM (Federazione Italiana Scuole Materne) che si sono tenuti a Roma lo scorso fine settimana. Dario Cangialosi e Giampiero Redaelli, rispettivamente coordinatore nazionale e presidente nazionale della FISM, in una nota diffusa oggi, hanno infatti posto l’accento su come gli aumenti dei costi di gestione possano riflettersi sull’operato delle scuole paritarie. Hanno però anche mostrato soddisfazione per gli interventi finanziari, anche per gli anni a venire, messi in campo nei confronti delle scuole dell’infanzia paritarie.



Fondamentale, come hanno sottolineato gli esponenti della FISM, è la riduzione progressiva delle differenze sociali e territoriali tra i diversi settori dell’istruzione e dell’educazione, salvaguardando “la libera scelta educativa da parte delle famiglie“. FISM confida inoltre in ulteriori interventi nella direzione di una concreta attuazione della legge sulla parità.