Verrebbe da definirla quasi una ecatombe la verifica effettuata nelle scorse sulle scuole paritarie della Sicilia: bocciati, non gli alunni, ma gli stessi istituti, con una percentuale a dir poco preoccupante. Su 45 corsi esaminati ben 40 sono risultati irregolari, numeri riportati quest’oggi dall’agenzia di stampa italiana Ansa attraverso il proprio sito web. I controlli sono stati effettuati dall’USR, l’ufficio scolastico regionale dalla Sicilia, in vista dell’inizio scolastico che nell’isola a sud del nostro Paese prenderà il via fra meno di un mese e mezzo, il prossimo 12 settembre.
Così come disposto da Mimmo Turano, assessore all’istruzione della regione, sono stati passati sotto la lente di ingrandimento 20 istituti scolastici paritari (che a differenza di quelli pubblici ricevono finanziamenti anche dalle famiglie degli studenti), risultando irregolari in gran parte.
SCUOLE PARITARIE SICILIA, 4 CORSI GIUDICATI “GRAVI”
Dei 40 corsi delle scuole paritarie della Sicilia non conformi alla legge, 4 sono stati quelli giudicati “più gravi”, visto che per gli stessi sono già stati firmati i decreti di revoca dell’accreditamento, scrive ancora l’Ansa, di conseguenza non potranno più svolgere alcuna lezione. L’ufficio regionale ha inoltre inviato una comunicazione di revoca ad altri 20 corsi, mentre per altri 10 si sta decidendo il da farsi.
Restano altri 6 corsi che sembrerebbero essere quelli al momento nella situazione meno problematica e che potrebbero quindi “salvarsi”. Ma quali sono state le irregolarità riscontrate nelle scuole paritarie della Sicilia? L’Ansa non entra nel dettaglio parla di problemi per quanto riguarda il funzionamento generale degli stessi istituti nonché nella gestione degli esami, sia di idoneità quanto di maturità.
SCUOLE PARITARIE SICILIA, LA STRETTA SUI DIPLOMIFICI E LA LEGGE ATTESA A FINE ANNO
Quanto avvenuto in queste ore con le scuole paritarie della Sicilia irregolari, va ricollegato alle parole di poco tempo fa del ministro dell’istruzione Valditara, che da quando si è insediato al Miur ha dichiarato apertamente guerra a quelli che lui chiama i diplomifici, quelle scuole che permettono di ottenere i diplomi con dei percorsi che non vengono ritenuti in linea con le regole generali, e che concedono la maturità in cambio di lauti pagamenti, andando avanti quindi con questi escamotage tutt’altro che consoni.
A riguardo il ministro ha promosso una politica a tolleranza zero contro le scuole paritarie che agiscono oltre il confine della legge e di conseguenza ha annunciato che per l’anno scolastico 2024-2025 entrerà in vigore una normativa a doc per definire ulteriormente le manovre di azione degli istituti e porre la parola fine una volta per tutte a questa scorretta pratica che “regala” i diplomi agli studenti, senza fornire un’adeguata preparazione agli stessi. La norma, come ha spiegato nelle scorse settimane il ministro dell’istruzione, non sarà retroattiva per evitare di creare dei danni a coloro che hanno ottenuto il diploma in questi mesi, ma sarà in vigore entro e non oltre il 31 dicembre 2024: speriamo che la promessa venga mantenuta.