Lo scrittore e accademico Antonio Scurati, ospite di Otto e mezzo, in onda su La 7 lunedì 9 maggio, ha detto la sua sulla guerra in Ucraina: “Ho avuto fin dallo scoppio del conflitto l’impressione che Vladimir Putin sia un dittatore giunto in un punto della parabola del sua tirannide in cui si sta lasciando alle spalle la politica”, ha detto. Una definizione presa in prestito da uno storico tedesco, che la utilizzò nel 1938 per Adolf Hitler. “Tutta l’Europa, compreso Benito Mussolini, cercavano di addomesticarlo riconducendolo ad un ragionamento politico, quando in realtà non era così, perché si era ormai lasciato alle spalle la politica”, ha ricordato.
Lo stesso sembra stia accadendo al presidente russo in questi mesi. “Mi sembra che Vladimir Putin, come Adolf Hitler, sia entrato in un’ottica del “destino”, quasi religiosa. È per questo motivo che sente che l’appropriazione dell’Ucraina sia dentro una visione della storia, che secondo noi è infondata, delirante e terrificante”. Da qui l’errore compiuto da coloro che cercano di contrastarlo. “Pensare che la guerra sia da ricondurre a un calcolo e ad una razionalità politica è fuorviante. Non è possibile riportarlo su quel terreno”.
Scurati: “Putin si è messo alle spalle politica”. Il ruolo dell’Occidente
Antonio Scurati, nel corso del suo intervento a Otto e mezzo, oltre a sottolineare come Vladimir Putin stia portando avanti una “guerra del destino” e non una battaglia politica, ha parlato anche del ruolo che ha l’Occidente. “La Russia incarna il mito della nostra civiltà. Da lì veniamo etichettati come Occidente, ma esiste realmente una entità geografica, culturale o politica che ci unisce in questo modo? La risposta, ovviamente, è no. È un tema che va rimesso in discussione. Dobbiamo chiederci dove passano le linee della differenziazione tra Europa e Stati Uniti, nonché tra Europa orientale ed Europa occidentale. L’unità politica dell’Europa è impensabile, così come l’unità militare che lo renda un attore nella scena geopolitica”, ha sottolineato lo scrittore.
La visione errata dell’Occidente, secondo lui, è frutto di alcuni errori storici. “L’Europa Occidentale oggi si trova accomunata nel destino con paesi che di fatto non ne condividono i valori culturali, giuridici e politici, come l’Ungheria e come sarebbe anche l’Ucraina. È stato uno sbaglio ampliare i propri confini ad Est. Se non ammettiamo questo non avremo mai delle risposte”, ha concluso.