Un episodio incredibile, quello denunciato pubblicamente su Facebook da una famiglia di Imola ma di origini nigeriane, la quale ha raccontato quanto accaduto la scorsa domenica in una pizzeria di Viserbella, in provincia di Rimini. Adjisam Mbengue e suo marito si erano recati con l’intera famiglia a festeggiare il compleanno della nipote di 2 anni quando durante l’ordinazione, il cameriere si sarebbe rivolto verso un ritratto del Duce appeso al muro del locale, avrebbe fatto il saluto romano e successivamente avrebbe detto: “Scusami Benito”, per il fatto di servire persone di colore. Dopo una discussione con il cameriere poi finita sui social, la famiglia nigeriana avrebbe deciso di denunciare tutto ai Carabinieri di Imola, come riferisce Il Fatto Quotidiano. Mbengue ha ammesso di aver notato sin dal loro ingresso nel locale il quadro di Mussolini, “ma siamo in democrazia, per me ognuno può manifestare il suo pensiero come vuole. Ma quando io e mia sorella abbiamo sentito quelle parole col saluto romano abbiamo perso la testa”, ha raccontato, svelando l’intenzione di voler andare fino in fondo a questa faccenda, soprattutto per i suoi figli: “Siamo neri, sì, e allora? Non abbiamo la peste. Rimini è una città in cui si incontra tutto il mondo. E invece nel 2020 c’è ancora gente che accoglie così clienti colpevoli solo d’avere la pelle nera”, ha aggiunto. Secondo il racconto della famiglia che ha presentato la denuncia, scrive TgCom24, il cameriere, dopo essere allontanato dal tavolo avrebbe anche infierito farfugliando: “Sti negri!”. CLICCA QUI PER IL VIDEO



“SCUSA MUSSOLINI” PER CLIENTI NERI: EPISODIO IN UN LOCALE DI RIMINI

Dopo l’accaduto e la denuncia pubblica via Facebook, non si è fatta attendere la replica della titolare del locale di Rimini, Nunzia, che ha smentito la presenza di un quadro di Mussolini ed ha piuttosto parlato di un equivoco: “E’ tutto un grande equivoco per una cassa di vino di Predappio, con la cartina geografica e la faccia di Mussolini”, ha commentato, come riferisce TgCom24, e sulla denuncia ha aggiunto: “Non mi hanno ancora contattato. Ma quando verranno dirò di prendere i video delle telecamere di sorveglianza, così si capisce che non è stato detto nulla di male”. Una versione dunque nettamente differente, quella della titolare della pizzeria, che ha così raccontato quanto accaduto la scorsa domenica sera: “Secondo me è stato tutto un malinteso per la scatola di vino che è lì da anni. Sa, quelle scatole di cartone che hanno sopra la cartina di Predappio e la faccia di Mussolini. L’avevamo appoggiata davanti ad una finestra che non chiude bene. Insomma per tappare un buco, ma adesso l’abbiamo tolta. Secondo noi ce l’ha regalata un cliente, non so da quanto tempo fosse lì”. La donna, che si è definita apolitica, ha spiegato che chi fa un mestiere del genere non può essere razzista: “figuriamoci abbiamo anche il menù in arabo noi. Mi dispiace perché ricordo quella famiglia: era molto bella, ben vestita e ho anche preparato la torta per la bambina. Non capisco, quando hanno finito di cenare mi sono sembrati contenti”. Dopo quell’episodio, ha raccontato la titolare, è stata a sua volta vittima di numerose telefonate di insulti.



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