ISRAELE, L’ASSEDIO A GAZA E L’INVASIONE: IL COMMENTO DI LUCIO CARACCIOLO

Alla vigilia di quella che potrebbe essere una lunga e massacrante “campagna” sulla Striscia di Gaza – come reazione all’attacco di Hamas contro Israele in atto dallo scorso 7 ottobre – il timore degli osservatori internazionali è sugli effetti possibili di un’invasione a Gaza City che conta circa 2 milioni di abitanti civili palestinesi, tenuto in molte aree sotto “scacco” del gruppo terroristico islamista. Lucio Caracciolo, fondatore e direttore della rivista “Times”, intervenendo a “Otto e Mezzo” sottolinea come il rischio della strage a Gaza non sia purtroppo da escludere.



«Si sta verificando un assedio, per un tempo indeterminato Gaza non avrà acqua, cibo, energia. E questa è già una forma formidabile di pressione», spiega il giornalista commentando l’annuncio di Tel Aviv sull’assedio “totale” in atto sulla Striscia. «Si stanno schierando le truppe intorno a Gaza e Israele si appresta a combattere quella guerra che non avrebbe mai voluto combattere, cioè una guerra di controguerriglia, dentro una delle aree più densamente popolate al mondo», sottolinea ancora Lucio Caracciolo nel lanciarsi in una previsione piuttosto fosca sul futuro prossimo della guerra Hamas-Israele, «Se gli israeliani entrano effettivamente dentro Gaza sarà un massacro. E ci sarà un rischio: il rischio è che gli israeliani non ce la facciano».



CARACCIOLO (LIMES): “NON È DA ESCLUDERE UN ATTACCO ALL’IRAN”

Un buco clamoroso della rete di intelligence e dell’esercito, con responsabilità politiche che al termine della guerra potrebbero lasciare strascichi notevoli nello Stato di Israele: secondo Lucio Caracciolo il Premier Bibi Netanyahu non solo è da criticare per quanto avvenuto in questi giorni a Gaza ma appena sarà finita la guerra, «dovrà trovarsi un’altra occupazione». Il futuro però di un termine al conflitto in Medio Oriente sembra essere ancora lontano, molto più vicino è invece quanto potrà avvenire con l’attacco via terra dello Stato ebraico contro le milizie di Hamas a Gaza.



Per il direttore di Limes l’invasione potrebbe non essere l’unico atto in capo all’esercito israeliano, data soprattutto la situazione drammatica dei tanti ostaggi civili prelevati dai terroristi nelle ore immediatamente successivi ai primi raid oltre la Striscia: «Mentre finora Israele ha scambiato con Hamas tutto e di più, oggi questo tipo di logica non funziona più. Israele, avendo subito un colpo gravissimo, deve recuperare credibilità e quindi ha bisogno di fare qualcosa di eclatante. E non escludo che qualcosa di eclatante possa essere fatto anche nei confronti dell’Iran, che è il regista di tutto questo».