Edward Luttwak, economista, politologo e saggista romeno naturalizzato statunitense, in un editoriale su Il Giornale sulla guerra in Medio Oriente, ha provato a spiegare il perché Rafah non è stata ancora attaccata, sebbene l’operazione sia stata ampiamente annunciata da Israele da tempo e anche gli Stati Uniti avessero dato il loro via libera: “In apparenza era tutto pronto, ma poi non è accaduto nulla, e questo, in ultima analisi, a causa della frizione che pervade ogni conflitto conosciuto, con grande frustrazione degli abili pianificatori. Essa è costituita da molti impedimenti separati”.



Il motivo principale però sarebbe uno. “Netanyahu non è Ben Gurion”. Il confronto è con il primo ministro di Israele e suo fondatore che ne dichiarò l’indipendenza il 15 maggio 1948, scatenando l’invasione di quattro Stati arabi più potenti. In quel caso ignorò gli avvertimenti di americani e britannici, fidandosi del suo esercito. Uno scenario opposto rispetto a quello attuale. “Gli strateghi hanno esaurito la pazienza con il Premier, che esita invece di lasciare che i militari finiscano la guerra, che è quello che vuole anche Joe Biden”.



“Se Israele entra a Rafah si metterà fine alla guerra con Hamas”. Il ruolo di Gallant

Edward Luttwak infatti è dell’idea che con l’offensiva a Rafah si metterebbe fine alla guerra tra Israele e Hamas. “Se Tel Aviv si fosse messa secondo i piani prestabiliti l’avanzata sarebbe stata seguita dalla rapida imposizione di un cessate il fuoco”. Nonostante ciò, questo non è avvenuto. La scelta, secondo l’esperto, non è stata di Benjamin Netanyahu. “Non è il vero leader di questo conflitto, ha lasciato questo ruolo al ministro della Difesa e ammiraglio in pensione Yoav Gallant, che ha le sue ragioni strettamente militari per opporsi al blitz”.



Qualcosa però in questi giorni sta cambiando. “Gallant ha preteso la distruzione completa di tutti i tunnel di Gaza City e Khan Yunis. È così che quando il giorno della tregua sembrava arrivare la scoperta di nuove gallerie bloccava ogni cosa. Più e più volte la tregua è slittata. Solo adesso sembra sentirsi pronto. È per questo motivo che Biden sta aumentando le sue pressioni su Netanyahu per entrare a Rafah e porre così fine alla guerra”, ha concluso.