Matteo Salvini si dice convinto che anche le toghe debbano pagare per i loro errori. Lo ha spiegato chiaramente ieri a La Stampa, parlando da La Spezia «Serve la responsabilità civile per i magistrati, personale e pecuniaria, quando sbagliano», si legge sul quotidiano piemontese, edizione odierna. Ovviamente il riferimento è al caso di Giovanni Toti, governatore della regione Liguria, ai domiciliari insieme ad altre figure di spicco. Il leader della lega spera “che nessuno pensi di bloccare lo sviluppo della Liguria”, riferendosi al ponte Morandi, alla Diga, al Terzo Valico e all’Alta Velocità. In ogni caso Salvini non si dice affatto preoccupato che qualcuno possa bloccare le opere come effetto delle inchieste, e in quel caso: “Sarebbe un delitto per gli operai e gli imprenditori fermare tutti i cantieri che portano a Genova lavoro, ricchezza e sviluppo”.
SALVINI: “TOTI SI DEVE DIMETTERE? DA INDAGATO DICO CHE…”
Il ministro dei trasporti si è auspicato che le indagini vadano avanti in maniera veloce, anche perchè attualmente Toti non è in grado di svolgere il suo lavoro. “Stiamo parlando di indagini che risalgono a 2-3-4 anni fa – aggiunge Salvini – e hanno ritenuto di dover intervenire adesso”.
Salvini sottolinea come non sarebbe il primo caso di politico indagato, arrestato, processato e assolto, “Farò di tutto perché non ci vadano di mezzo i liguri e i genovesi, in mezzo a questa battaglia politico giudiziaria”. Salvini ricorda come viviamo in un Paese dove si è colpevoli in caso di condanna, non in caso di sospetto, intercettazione o indagine, contrario alle eventuali dimissioni di coloro che risultano invischiati nell’inchiesta ligure: “Tra l’altro lo dico io da indagato che rischia la galera per aver fatto il suo mestiere di ministro dell’Interno, quindi si figuri se gli italiani si dovessero dimettere solamente per il sospetto di un vicino di casa…Sarebbe un problema”.
SALVINI: “SE QALCHE GIUDICE FOSSE DOSSIERATO E INTERCETTATO…”
In ogni caso per Salvini se Toti si dimettesse “sarebbe una resa nei confronti dei liguri” e nel contempo anche di un rapporto fra magistratura e resto del mondo che lo stesso ministro giudica “palesemente sbilanciato”. Poi aggiunge: “Se qualche giudice, se qualche pubblico ministero venisse intercettato e dossierato a casa sua en el suo ufficio per due o tre anni, non so quanti andrebbero a spasso magari sul lungomare della Spezia….”.
Il ministro ha ricordato come ogni anno vengano arrestati 1.000 italiani e poi liberati perchè i magistrati hanno sbagliato, una media di tre persone al giorno: “Vuol dire che oggi tre persone normali, non politici, vengono arrestati, gli si rovina la vita, e poi alla fine del percorso arriva una pacca sulla spalla: “Mi scusi abbiamo sbagliato””. Peccato però che nessuno ne risponda, ed è proprio per questo che il ministro si dice convinto che se i magistrati rispondessero personalmente e in maniera pecuniaria in caso di errori si “eviterebbe alcuni problemi”.