Dopo le dimissioni del Presidente e Segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati, lo scandalo sulle toghe italiane “atto secondo” è servito: il terremoto Palamara di un anno fa porta nuove “vittime”, dirette e indirette, e ogni giorno presenta il conto di nuovi personaggi che spuntano dalle intercettazioni sul telefono-spia dell’ex Presidente Anm Luca Palamara da cui ha avuto origina la maxi inchiesta sul Consiglio Superiore della Magistratura. Se ci si aggiunge l’ultima “goccia” che ha fatto esplodere (altro che traboccare) il vaso in merito alle intercettazioni di alcuni giudici che ritenevano Salvini in piena ragione sul tema migranti ma che «andava colpito lo stesso perché va fermato», ecco che il dado viene tratto: tra le ultimissime intercettazioni Palamara-Csm-Anm ne spunta un’altra riportata da Libero Quotidiano che riguarda la pm Anna Maria Picozzi e lo stesso ex membro Csm in corrente Unicost. «Io una ragazza già dei nostri su cui possiamo puntare ciecamente ce l’ho. Non so quanti sono i posti disponibili a Palermo ma uno ce lo dobbiamo prendere», avrebbe detto la Picozzi a Palamara tirando poi in ballo niente meno che il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio.



NUOVE OMBRE SU CSM E ANM

Da deus ex machina di intercettazioni e vicende-scandali giudiziari, di colpo Travaglio si trova citato a sua insaputa all’interno della chat tra la Picozzi e Palamara: ebbene, è la procuratrice che avrebbe scritto «Se mi dai buca chiamo Marco Travaglio», con Palamara che la risponde «Mi sta simpatico». Il tema è sempre lo stesso – ovvero le nomine sulla procura di Roma – e sono le trattative che Palamara intrecciava con altri magistrati ad averlo portato indagato per corruzione dal Tribunale di Perugia, sospeso dal Csm e di fatto coinvolgendo anche diversi altri magistrati che negli ultimi mesi si sono visti stravolgere la carriera proprio per via di quelle intercettazioni. Al netto delle indagini che ancora dovranno essere svolte interamente, con ovvio diritto di replica e di difesa, nel frattempo ieri mezzo Anm si è sciolto e ora si rischia seriamente il commissariamento con il Capo dello Stato che dovrà sbrogliare anche questa lunga e intricata matassa della magistratura, oltre a quelle già ben note sulla politica.

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