Andrea Incorvaia aveva avvertito Giulia Donato in merito a cosa sarebbe potuto succedere nel caso in cui si fossero separati: “Se mi lasci mi sparo”, questo come riportato da La Repubblica uno dei tanti messaggi ossessivi che aveva inviato alla fidanzata poco prima dell’omicidio suicidio di Genova. La Guardia Giurata di 32 anni non aveva mai esplicitamente minacciato la ventitreenne, che voleva troncare la loro relazione, ma cercava di tenerla legata a sé tramite il ricatto psicologico.



Il percorso di terapia che stava portando avanti per curare la depressione non aveva ancora dato dei risultati soddisfacenti. Andrea Incorvaia ossessionato dalla ragazza, al punto che la controllava quotidianamente. Le continue liti erano ormai insopportabili. È per questo motivo che Giulia Donato, esausta, non voleva più portare avanti la loro storia, che era iniziata la scorsa primavera. Essendosi reso conto di non potere fare più nulla, dunque, la Guardia Giurata le ha sparato con l’arma di servizio mentre dormiva nell’appartamento di via Anfossi e subito dopo si è tolto la vita.



“Se mi lasci mi sparo”, il messaggio di Andrea Incorvaia a Giulia Donato

Ad essere a conoscenza dello stato di salute compromesso di Andrea Incorvaia non era soltanto la fidanzata Giulia Donato, bensì anche i suoi familiari. “Mio fratello stava passando un periodo difficile, era sconvolto”, ha raccontato la sorella del killer, Valentina Incorvaia. È stata lei a trovare i loro corpi nel pomeriggio di mercoledì 4 gennaio. “Quel giorno ho provato prima a chiamare lui perché dovevamo fare delle commissioni. Poi, visto che non rispondeva alle mie continue telefonate, ho provato al cellulare di Giulia. Quando anche da lei il telefono squillava a vuoto, ho capito che era successo qualcosa di grave e mi sono precipitata in via Anfossi”.



Giulia Donato, da parte sua, non aveva lanciato l’allarme. Aveva forse sottovalutato le avvisaglie da parte dell’uomo che aveva amato fino a poco tempo prima. “Avevamo capito che era una storia al capolinea ma non avevamo percepito che fosse in pericolo, altrimenti ci saremmo attivati”, hanno affermato gli amici e i parenti con rammarico.