Roberto Battiston, fisico dell’università di Trento, è intervenuto ai microfoni di “Parliamone”, trasmissione di Rai News 24, nel pomeriggio di mercoledì 22 dicembre 2021. Lo studioso ha fatto il punto sulla pandemia di Coronavirus in Italia da un punto di vista numerico e scientifico, evidenziando che il picco della terza ondata non è ancora arrivato: “È molto difficile fare un quadro onnicomprensivo della situazione. Sappiamo che le cose evolvono rapidamente, ma sicuramente l’andamento di crescita dalla seconda metà di ottobre a oggi è stato esponenziale e regolare e nelle ultime settimane ha aumentato ancora un pochino la sua velocità. Ci saremmo aspettati miglioramenti con Green Pass rafforzati e vaccinazioni, invece c’è una crescita continua”.



Ad oggi “non vediamo miglioramenti e l’incremento dei contagi proseguirà. L’indice Rt è fermo a 1,35 da circa due mesi: questo vuol dire che il numero di infetti attivi cresce e lo fa sempre più velocemente. Fino a quando Rt non scende sotto 1, il ritmo di crescita col tempo aumenta. È solo grazie ai vaccini se oggi poche persone finiscono in terapia intensiva e in ospedale”.



BATTISTON: “POTREBBERO SERVIRE ZONE GIALLE E ARANCIONI”

Nel prosieguo del suo intervento a “Parliamone”, il professor Battiston ha ammesso che potrebbero servire zone gialle e arancioni per fare scendere l’indice Rt, se non calerà “per effetto di quello che stiamo facendo, che è già tantissimo. Tuttavia, pare che le misure attuali non diano quel contenimento ulteriore di cui ci sarebbe bisogno per vedere diminuire il numero degli infetti. Stiamo ancora avendo a che fare con la Delta, ma in alcune province l’evidenza della crescita di Omicron è visibile”.



Se non si otterranno i risultati auspicati,saremo obbligati a chiusure più dure, a passare a limitazioni più forti, che abbiamo già visto in passato. Sta al governo scegliere una strategia. Io non sono un epidemiologo o un virologo, ma è chiaro che se un bivaccinato è protetto dal contagio all’80% appena fatta la doppia vaccinazione e se poi questa percentuale decresce, serve la terza dose”.