Tensione nelle Marche attorno all’aborto farmacologico. La Regione è intenzionata a impedire somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori, anche se le linee guida del ministero della Salute l’anno scorso hanno sancito la sicurezza dell’aborto farmacologico e che questo possa essere effettuato in laboratorio senza obbligo di ricovero. Nella seduta del consiglio del 26 gennaio il voto contrario del centrodestra alla mozione del Pd ha chiuso alla possibilità di somministrare la pillola Ru486 anche al di fuori degli ospedali. A far discutere però anche le parole di Carlo Ciccioli, capogruppo di Fratelli d’Italia, il quale durante il Consiglio regionale ha dichiarato: «La battaglia per il diritto ad abortire è retroguardia. Oggi la battaglia da fare è quella per la natalità. Non possiamo essere sostituiti da altre etnie».
A far discutere anche le sue parole in merito al tema della sostituzione: «Siccome la nostra società non fa figli allora possiamo essere sostituiti dall’arrivo di persone che provengono da altre storie, continenti, etnie. Ritengo invece che un popolo abbia la sua dignità, da manifestare attraverso la sua identità e la sua capacità di riproduzione».
CICCIOLI (FDI) “DIFENDIAMO NATALITÀ, RISCHIO SOSTITUZIONE ETNICA”
La discussione nel Consiglio regionale è stata accesa e si è trasformata in un dibattito sull’aborto stesso. Emanuela Bora, consigliera Pd che ha proposto la mozione, ha parlato della battaglia per il diritto all’aborto come di una necessità anche a fronte dell’enorme numero di medici obiettori nella Regione Marche. Invece Carlo Ciccioli, che è anche medico specializzato in psichiatria, criminologia clinica e neurologia, ha dichiarato che «in questo momento di grande denatalità della società occidentale, sostenere con grande enfasi questa battaglia, che aveva un suo senso negli anni ’60 e ’70 è fuori posto». Poi ha rincarato la dose: «Ci sono istituti di Ancona dove i genitori italiani non vogliono iscrivere i figli perché nelle classi ci sono solo stranieri. C’è stata una sostituzione. Sono stupefatto dell’arroganza del pensiero unico». Secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia, la legge 194 «è una legge di Stato e come tale va rispettata, magari rivista, poiché ritengo che vada applicata totalmente e non solo limitatamente alle norme di interruzione della gravidanza».