La scarcerazione di Carola Rackete, comandante della nave dell’ong Sea Watch, continua a far discutere e dopo che ieri ha scatenato l’ira del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nella giornata di oggi era scontato che le parole del leader leghista provocassero reazioni scomposte e che è eufemistico definire sopra le righe da parte di alcune persone che hanno inveito contro la ragazza. Tra minacce e insulti, la Rackete è stata così costretta ad essere trasferita in un luogo sicuro, lasciando Agrigento: ma non ha perso la voglia di scherzare e il buonumore la capitana, che tuttavia resta indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma sul cui caso non può essere applicato il Decreto Sicurezza, dato che nella giornata di oggi tra il serio e il faceto ha provato a immaginare il suo futuro a breve. “Forse è il caso che io emigri in Australia ad occuparmi di albatros” ha detto a Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch, che da parte sua sta cercando di far tornare tutto alla normalità e, come spiegano oggi alcuni mezzi di stampa, prova a stemperare il clamore mediatico attorno alla Rackete anche per salvaguardarne l’incolumità. (agg. di R. G. Flore)



LA CAPITANA TRASFERITA IN UN LUOGO SICURO

Dopo essere stata liberata, la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, è stata trasferita nella notte in un luogo sicuro. Stando a quanto sottolineato dai colleghi di Quotidiano.net, la 27enne comandante ha lasciato l’abitazione di Agrigento in cui era ospitata e trasferita presso un’altra abitazione a seguito delle minacce di morte ricevute, come fatto sapere dal portavoce dell’Ong tedesca, Neugebauer: «Ci sono state alcune minacce – ha spiegato per poi aggiungere – Carola sta bene». Non è chiaro dove si trovi la capitana della Sea Watch 3, ma si sa solo che avrebbe lasciato il territorio dell’agrigentino. Intanto il ministro dell’interno, Matteo Salvini, è tornato a commentare la decisione di scarcerare la Rackete, spiegando: «Urge riformare la giustizia, selezionare e promuovere chi la amministra in Italia e cambiare i criteri di assunzione, perché questa non è la giustizia che serve a un Paese che vuole crescere». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CAROLA RACKETE SCARCERATA

Ha destato scalpore la notizia circa la scarcerazione di Carola Rackete, 27enne capitana della Sea Watch 3. Dopo meno di una settimana la giovane tedesca è stata rimessa in libertà, con il gip di Agrigento, Alessandra Vella, che ha escluso il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo il reato di resistenza a pubblico ufficiale giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare delle vite umane in mare. Ovviamente felice la stessa Rackete, che come riporta Repubblica si è espressa così: «Sono molto commossa per la solidarietà espressa nei miei confronti da così tanta gente. Sono sollevata dalla decisione del giudice che considero una grande vittoria della solidarietà verso tutti i migranti e rifugiati e contro la criminalizzazione di chi vuole aiutarli». Questo invece il commento dei legali della Sea Watch, Alessandro Gamberini, Leonardo Marino e Salvatore Tesoriero: «Il provvedimento del gip di Agrigento ripristina il primato del diritto rispetto a quello della forza. Si era detto che la forza l’aveva usata Carola Rackete e su questo si era disposto il suo arresto: non è così». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CAROLA RACKETE SCARCERATA

Carola Rackete è libera, il Gip di Agrigento ha deciso di non convalidare l’arresto della capitana della Sea Watch 3. Durissima la reazione di Matteo Salvini, che ha affermato nel corso di una diretta Facebook di «vergognarsi di chi permette che in questo Paese arriva il primo delinquente dall’estero e disubbidisce alle leggi, mettendo a rischio la vita dei militari che fanno il lavoro». «Che schifo», tuona il ministro dell’Interno, che mette nel mirino i giudici: «Se qualcuno vuole fare politica si tolga la toga e si candidi con la Sinistra in Parlamento. Questa sentenza è politica e vergognosa, fa male all’Italia». Queste, invece, le parole di Luigi Di Maio: «Mi sorprende la scarcerazione di Carola Rackete. Io ribadisco la mia vicinanza alla Guardia di Finanza. Il tema resta però la confisca immediata dell’imbarcazione. Se confischiamo subito, la prossima volta non possono tornare in mare e provocare il nostro Paese e le nostre leggi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

GIP NON CONVALIDA ARRESTO: CAROLA RACKETE E’ LIBERA

Sea Watch 3, colpo di scena: il Gip di Agrigento non convalida l’arresto di Carola Rackete, la capitana tedesca torna libera senza misure cautelari. Secondo il giudice per le indagini preliminari, Alessandro Vella, il decreto Sicurezza Bis non è applicabile alle azioni di salvataggio e per questo motivo viene respinta la richiesta della Procura, che prevedeva la convalida del provvedimento e il divieto di soggiorno in provincia di Agrigento. Non è tardato ad arrivare il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera». E rilancia: «Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale. Tornerà nella sua Germania, dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi. L’Italia ha rialzato la testa: siamo ORGOGLIOSI di difendere il nostro Paese e di essere diversi da altri leaderini europei che pensano di poterci trattare ancora come una loro colonia. La pacchia è finita». A stretto giro di posta ecco il commento del presidente della Camera Roberto Fico: «Le decisioni della magistratura vanno sempre rispettate. Sia quando piacciono sia quando non piacciono. Questo è il senso della divisione e dell’indipendenza dei poteri dello Stato». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ATTESA DECISIONE GIP SU SCARCERAZIONE

Mentre l’Ong Sea Watch annuncia il ritorno in mare, assieme ad un’altra piattaforma salva-migranti come la Mediterranea Saving Humans, si attende nel pomeriggio la decisione del Gip di Agrigento in merito al destino giudiziario di Carola Rackete, la “capitana” della Sea Watch 3 in carcere da tre giorni con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per aver speronato la nave della Gdf dopo aver forzato il blocco imposto dalle autorità italiane al largo di Lampedusa. I video giunti nelle scorse ore dimostrerebbero che il contatto vi è stato ma lo “speronamento” è in realtà assai ridotto anche per la bassa velocità della nave ong carica di 42 migranti: la comandante si è difesa negli interrogatori di ieri, dicendo di essere entrata in porto per uno «stato di necessità», affermazione contestata dal procuratore Patronaggio (lo stesso pm che ha indagato il Ministro Salvini per il caso Diciotti, ndr) che invece attacca «L’impatto con la vedetta della Finanza è stato voluto, la Rackete ha sbagliato ma di proposito». Le opzioni in campo, mentre prosegue lo scontro con il Ministro dell’Interno Salviniè una criminale, da espellere comunque») sono sostanzialmente due: tornare in libertà ma col divieto di lasciare l’Italia visto che il prossimo 9 luglio potrebbe essere sottoposta a nuovo interrogatorio, oppure il divieto di dimora ad Agrigento.

SEA WATCH 3, L’ANNUNCIO DELLA ONG “TORNIAMO IN MARE”

A Bruxelles nel frattempo si stanno trattando ancora le nomine Ue per la prossima legislatura nata oggi e il tema dei migranti resta sempre “centrale” nelle trattative e nei negoziati per giungere ad un accordo tra Francia, Germania e il resto dell’Europa. A dimostrazione di ciò, in mattinata si è consumato l’ennesimo scontro istituzionale tra Parigi e Salvini ancora in merito al caso Sea Watch e alla richiesta di scarcerazione di Carola fatta dai Governo Macron e Merkel: «L’Italia non è un Paese indegno, ma il comportamento del vicepremier e ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, sulla questione dei migranti non è accettabile» attacca la portavoce del governo francese, Sibeth Ndiyaye, intervistata questa mattina da BFM-TV. Pronta la risposta del vicepremier Salvini, «Il mio comportamento sull’immigrazione è inaccettabile? Il governo francese la smetta di insultare e apra i suoi porti, gli italiani hanno già accolto (e speso) anche troppo. Prossimi barconi? Destinazione Marsiglia». Dopo l’arresto della capitana Carola Rackete non lascia comunque le Ong “immobili” e nelle ultime ore due sono stati gli annunci di ritorno in mare con navi atte a salvare migranti al largo di Libia e Tunisia: la Mediterranea Saving Humans torna sul Mediterraneo non più con la Mare Jonio ma con la nave “Alex” mentre la stessa Sea Watch 3 appena si risolverà il caso-Rackete ha annunciato di voler ritornare in mare. «Una soluzione europea sarebbe bella ma il governo tedesco dovrebbe impegnarsi in modo pro-attivo senza aspettare gli altri» ha spiegato il portavoce Sea Watch Ruben Neugebauren in attesa che si disveli il futuro della nave sotto sequestro ora a Licata (in attesa delle decisioni del Gip Vella ad Agrigento). Sempre oggi, il pm Patronaggio ha affermato «Non è stato fino ad ora provato il preventivo accordo tra trafficanti di esseri umani ed ong. Che non deve essere limitato ad un semplice contatto, tipo una telefonata, ma deve esserci una comunicazione del tipo: ’stiamo facendo partire migranti, avvicinatevi e prelevateli”. I porti libici non sono da considerare porti sicuri. Quando si parla di porti sicuri non si intende soltanto un porto dove il naufrago può mettere piede sulla terraferma, ma un porto dove il migrante possa avere garantiti tutti i diritti fondamentali della persona».