La “Sea Watch 4” è pronta per il mare: quella che viene considerata infatti una delle navi ammiraglie nella flotta delle ong infatti è pronta a salpare dal porto di Burriana, non lontano da Valencia (Spagna), per riprendere tra pochi giorni la sua missione di ricerca e salvataggio dei migranti al largo delle coste libiche. E a finanziare la nave non governativa è anche la chiesa protestante tedesca e della Conferenza Episcopale che, attraverso United4Rescue (iniziativa voluta proprio dalla chiesa evangelica teutonica), aveva lanciato una campagna di crowdfunding: un successo stando alle cifre comunicate dato che sono stati raccolti 1,3 milioni di euro anche se l’emergenza Covid-19 ha poi rallentato i lavori di preparazione e la partenza, inizialmente prevista per il mese di aprile, è stata posticipata quest’estate. Non va dimenticato che alla cerimonia di inaugurazione della nave ong “Sea Watch 4”, avvenuta nella città tedesca di Kiel (Schleswig-Holstein), erano presenti non solo diversi esponenti della politica locale ma pure alti rappresentati della chiesa.
SEA WATCH 4, NAVE ONG FINANZIATA DA CHIESA PROTESTANTE TEDESCA
“Non bisogna far annegare neanche un solo uomo, fine della discussione” aveva detto in quell’occasione Heinrich Bedford-Strohm, vescovo e panche residente dell’EKD (Evangelische Kirche in Deutschland) aggiungendo che la nave doveva salpare perché gli Stati UE non solo non vogliono ma a volte non riescono nemmeno a salvare tutte le persone naufraghe nel Mediterraneo. A proposito del varo dell’imbarcazione, come precisato peraltro dallo stesso sito di United4Rescue, l’obbiettivo della missione della nuova “Sea Watch 4” è quello di mettere in contatto tutte le organizzazioni sociali e i gruppi che “non vogliono stare a guardare migliaia di persone che muoiono nel Mediterraneo”, intervenendo laddove ci sono delle lacune da parte della politica. Come hanno ricordato alcuni, al finanziamento della stessa missione della ong, in cui ha avuto appunto la Conferenza Episcopale tedesca e la chiesa riformata elvetica, ha partecipato pure l’Acli (Associazione dei Lavoratori Cristiani in Italia) che ha dato il suo appoggio nell’aiutare le persone in fuga, che si tratti di migranti economici o che provengono da teatri di guerra. Come ha fatto già sapere Medici Senza Frontiere – che lo scorso aprile aveva interrotto la sua presenza operativa sulle ong – una propria squadra salperà a bordo dell’imbarcazione assieme al restante equipaggio di 21 persone, tutte volontarie, sotto il comando del capomissione Philipp Hahn.