La svolta arriva sulla Sea Watch 3 con la salita a bordo della Guardia di Finanza: la nave della Ong tedesca è stata ufficialmente sequestrata, ancorata a mezzo miglio da Lampedusa, e nelle prossime ore i militari procederanno alla denuncia dell’intero equipaggio della Sea Watch alle autorità giudiziaria. Questo significa che nel giro di poco i migranti potrebbero essere sbarcati e poi ridistribuiti in altri Paesi Ue ma manca ancora l’ufficialità in merito: per il Viminale infatti la Sea Watch «è una nave fuorilegge: la magistratura faccia come crede, ma il ministero continua e continuerà a negare lo sbarco». Fonti dell’Ansa vicini al Ministro Salvini riportano come il leader della Lega «si aspetta provvedimenti nei confronti del comandante della nave, dal quale è lecito attendersi indicazioni precise su presunti scafisti presenti a bordo». Poco prima del sequestro, la portavoce della Sea Watch – Giorgia Linardi – aveva auspicato «una soluzione con autorizzazione allo sbarco per i migranti a bordo della nave, con “immediata ricollocazione su scala europea entro la fine della giornata».
DI MAIO “GARANZIE UE PRIMA DELLO SBARCO”
Per il Ministro degli Interni «col piffero che il barcone attracca a Lampedusa»: Salvini è chiarissimo di nuovo sul tema Sea Watch3 durante un incontro elettorale della Lega a Valeggio sul Mincio (Verona). «Sono andato a letto seguendo un barcone a Lampedusa, mi sono alzato stamattina ed è ancora lì. Sono state fatte diffide con la Guardia di Finanza, con la Polizia di Stato; abbiamo approvato decreti, regolamenti, questi se ne fregano e vanno avanti», rilancia il vicepremier leghista, concludendo «Come ministro dell’Interno ho detto ‘costi quello che costi questo barcone non attracca e questi immigrati non scendono’. Perché altrimenti non esiste più la legge. Vediamo questo tira e molla. Adesso hanno chiesto alla Capitaneria di Porto di prenderli a bordo perché li facciamo scendere noi: col piffero». Di contro Di Maio, a margine di un comizio a Sant’Isidoro Carugo (Como) media maggiormente sul fronte migranti, anche se lancia un monito all’Unione Europea: «Per la vicenda della Sea Watch 3 “sono in questo momento in contatto con il premier, l’obiettivo è sempre lo stesso: prima di farli sbarcare e far scattare il regolamento di Dublino dobbiamo avere la garanzia che l’Europa prenda in carico dei migranti o resteranno solo in carico all’Italia. La nostra politica è efficace: prima dello sbarco vogliamo la certezza che la maggioranza vada in altri Paesi europei. Lo abbiamo fatto con la nave della marina militare e lo continueremo a fare». (agg. di Niccolò Magnani)
SCONTRO NEL GOVERNO SULLA SEA WATCH 3
La Sea Watch 3 si avvicina sempre di più a Lampedusa, ed ora si trova in rada, a circa un miglio dalla costa. Quella iniziata da poche ore si preannuncia una domenica di alta tensione all’interno del governo, in vista della decisione da prendere sui 47 migranti ancora a bordo dell’imbarcazione Ong, molti dei quali in condizioni disperate. Matteo Salvini ha ribadito più volte il proprio pensiero, “porto chiusi”, ma il Movimento 5 Stelle e il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, sembrerebbero pronti ad una linea più morbida. Una battaglia che potrebbe significare molto dal punto di vista elettorale, visto che fra una settimana esatta si terranno le Europee, e vincere “la sfida” rappresenterebbe un duro colpo per l’avversario. «Mi auguro che nessuno mi dica cosa fare – ha spiegato ieri Salvini durante la manifestazione della Lega a Milano – visto che ho dimostrato che l’immigrazione può essere gestita positivamente. Se qualcuno mi chiamasse e mi dicesse ‘falli sbarcare’, io dico ‘no'” Anche se fosse Conte? “Ma perché? Non vedo il motivo per cui dovremmo aiutare degli scafisti. Questi non sono soccorritori, sono aiutanti dei trafficanti degli esseri umani».
SEA WATCH A UN MIGLIO DA LAMPEDUSA
Di Maio ha invece replicato dicendo che si confronterà con Conte, e nel contempo l’Onu ha mandato un avviso a Roma: l’alto commissariato per i diritti umani ha scritto una lettera indirizzata al governo italiano, in cui sono state criticate le direttive emanate dal ministero dell’Interno con lo scopo di vietare l’accesso ai porti italiani delle navi delle organizzazioni non governative, chiedendo di interrompere il decreto sicurezza in quanto «viola i diritti dei migranti. La direttiva – prosegue la missiva – può incidere in maniera grave sui diritti dei migranti, compresi i richiedenti asilo e le vittime – o potenziali – di detenzione arbitraria, tortura, traffico di essere umani e altre gravi violazioni dei diritti umani». Difficile capire cosa accadrà da qui alle prossime ore.