La Sea Watch 3, nave battente bandiera olandese ma gestita da una Ong tedesca, continua a rimanere a circa una quindicina di miglia da Lampedusa, in attesa di nuove disposizioni. Nelle scorse ore sono stati soccorsi 18 migranti che necessitavano di cure, leggasi i bimbi con le loro famiglie e una donna ustionata, ma restano ancora a bordo 47 persone che devono sbarcare al più presto perché si trovano in condizioni pietose. La nave ha navigato per tutta la notte parallela all’isola, senza mai passare il limite delle acque territoriali come riferiscono i colleghi dell’agenzia Ansa, e senza dirigere verso la Tunisia. La Sea Watch ha diramato poco fa un appello attraverso il proprio profilo Twitter in cui chiede un intervento immediato per i 47 poveretti ancora a bordo: «Italia e UE – si legge sui social ufficiali dell’organizzazione non governativa – hanno concesso solo lo sbarco delle famiglie e di una donna ferita. Siamo felici per loro ma a bordo rimangono persone, tra cui una donna incinta e un uomo disabile, i cui diritti sono negati. 18 persone sono a terra. 47 restano ancora senza un porto sicuro». La sensazione circolante, visti anche i precedenti, è che la situazione non si sbloccerà in tempi brevi, e con grande probabilità servirà l’intervento del premier Conte, anche se Matteo Salvini ha fatto chiaramente capire che i migranti non sbarcheranno sul suolo italiano. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SEA WATCH 3 A LAMPEDUSA: SOCCORSI IN 18
La Sea Watch 3 resta a qualche miglia di distanza dal porto di Lampedusa, con a bordo 47 dei 65 migranti soccorsi al largo della Libia, visto che 18 profughi sono stati fatti scendere nelle scorse ore, leggasi bambini, donne e le persone ferite e in gravi condizioni fisiche. Tutti gli altri restano a bordo in attesa di direttive e dopo che la guardia di finanza, su precisa direttiva del Viminale, ha sequestrato l’imbarcazione. Intanto ha raggiunto toni altissimi lo scontro nel governo, con Salvini che ha puntato il dito contro il Movimento 5 Syelle e il premier Conte (seppur mai nominandolo) dicendo: «C’è una nave olandese che vuole arrivare in Italia a ogni costo e io dico: no, assolutamente no. Mi assumo totalmente la responsabilità del blocco dell’immigrazione clandestina insieme al governo. E non c’è presidente del Consiglio che tenga o ministro dei 5 stelle che entra». Pronta la replica Di Maio, che accusa il leghista di arroganza: «Non posso commentare la prepotenza e l’arroganza di questo tipo – le parole del capo politico del Movimento 5 Stelle – che ricorda Renzi quando gli chiedevano di far dimettere la Boschi. Questa prepotenza aumenta – ha proseguito Di Maio – soprattutto sull’immigrazione, quando la Lega è in difficoltà con gli scandali di corruzione. Non ci sto a rappresentare questo grande stratagemma per distrarre dall’emergenza del Paese che non è in questo momento l’immigrazione, ma la corruzione». A questo punto bisognerà trovare un accordo con altre nazioni europee per permettere lo sbarco dei poveretti, anche se fino ad ora Malta e Olanda hanno detto no. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SEA WATCH FERMA A LAMPEDUSA
La posizione di Matteo Salvini rispetto alla Sea Watch è stata chiarissima come sempre: i porti italiani resteranno chiusi, dunque i 65 migranti a bordo dell’imbarcazione della Ong tedesca non approderanno sulla terraferma. “Non c’è premier o ministro 5 stelle che tenga: in Italia i trafficanti di esseri umani non arrivano”, ha tuonato il vicepremier leghista. Alla fine però, il Viminale ha autorizzato lo sbarco, almeno per 18 migranti, ovvero per coloro che vertono in condizioni delicate. Si tratta, come spiega TgCom24, di sette bambini accompagnati e di una persona in precarie condizioni di salute. Dal Ministero dell’Interno fanno sapere che il via libera allo sbarco è stato concesso solo a loro. In tutto, dunque, 18 persone, sette bambini con i genitori (sette madri e tre padri) ai quali si va ad aggiungere un migrante con serie condizioni di salute. La notizia è stata resa nota subito dalla Sea Watch via Twitter, poi ha ottenuto l’ufficialità dal Viminale. Resta tuttavia valida la precedente indicazione del ministero secondo la quale “la nave rispetterà la diffida della guardia di finanza”, dopo aver “ricevuto indicazioni di fare rotta verso la Tunisia”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“NESSUN PREMIER POTRÀ FARLI SBARCARE”
«Non c’è presidente del Consiglio che tenga e non c’è ministro dei 5 Stelle che tenga. In Italia i trafficanti di esseri umani non arrivano più», Matteo Salvini lancia un avviso al Movimento 5 Stelle sull’ennesimo caso migranti. La Sea Watch 3 è diretta verso l’Italia, ma il Viminale le ha intimato di dirigersi verso la Tunisia. E la presa di posizione del leader leghista non è piaciuta ai pentastellati, ecco la nota di Luigi Di Maio: «Dalle continue dichiarazioni che escono è evidente che c’è chi vuole alzare il livello di scontro. Non c’è molto da aggiungere rispetto agli attacchi al presidente del Consiglio che ha tutto il sostegno mio e del governo. Dico solo che, per la legge dei grandi numeri, se tutti pensano una cosa e c’è un singolo contrario forse ha torto il singolo. Di uomini soli al comando ne abbiamo già avuti e in Italia non ne sentiamo certo la mancanza». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ONG: “PORTO SICURO ORA!”
Il comandante della Sea Watch 3, Arturo Centore, nelle passate ore ha lanciato il suo grido di allarme annunciando di essere a poche miglia dall’Italia, precisamente da Lampedusa, con a bordo 65 persone tra cui due neonati di meno di sei mesi, un disabile ed alcuni migranti con gravi ustioni. La neve, dunque, al momento si trova fuori dalle acque territoriali italiane ma la Ong tedesca lancia l’appello: “I 65 naufraghi raccolti il giorno prima a 30 miglia dalle coste libiche, hanno bisogno di un porto sicuro ora”. Al momento, ha aggiunto – come riferisce AgenPress – nè l’Olanda (Stato di bandiera dell’imbarcazione), né Malta ed Italia “ci hanno fornito supporto o indicazioni. Ancora una volta, siamo soli”. Salvini li ha ancora una volta definiti scafisti annunciando la chiusura dei porti, sfidando anche “qualche procuratore” intenzionato a indagarlo. “Porti chiusi!”, ha concluso. Al momento la Sea Watch 3 attende indicazioni per un porto sicuro ed il più vicino sarebbe proprio quello italiano dell’isola delle Pelagie. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
SCAMBIO DI ACCUSE SALVINI-ONG
La Sea Watch si trova a Lampedusa dopo aver soccorso una sessantina di persone in acque libiche: “«Siamo a 15 miglia da Lampedusa – le parole del comandante dell’imbarcazione, Arturo Centore, ai microfoni dell’agenzia Ansa – a bordo abbiamo 65 persone, alcune disidratate, e alcuni bambini piccoli. Lecondizioni meteo sono cattive». Sulla nave vi sarebbero infatti due neonati, un disabile e diversi ustionati gravi. Divieto di sbarco però visto che, come da copione, l’imbarcazione dell’organizzazione non governativa è stata presa in carico dalla guardia di finanza e dalla capitaneria di porto, che ha emesso una diffida firmata dal ministro dell’interno, Matteo Salvini. Il titolare del Viminale ha già attaccato duramente la stessa Ong, definendola degli “scafisti”, accuse a cui ha voluto replicare il comandante dell’imbarcazione che ha ammesso: «Non siamo scafisti, siamo un equipaggio di volontar. dette tante cose inesatte sul nostro conto e per questo ci tengo a parlare e dire come stanno veramente le cose». La sensazione è che si possa creare un nuovo caso dietro l’angolo e di conseguenza toccherà come da copione al premier Giuseppe Conte intervenire per mediare con gli altri paesi dell’Unione Europea affinchè si possano smistare i 65 migranti a bordo della nave. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SEA WATCH A LAMPEDUSA, 65 MIGRANTI A BORDO
Il caso Sea Watch era pronto ad “esplodere” già due giorni fa quanto la nave della Ong tedesca aveva salvato 65 migranti al largo della Libia e aveva mandato sos a Italia, Malta e Olanda senza ottenere il via libera allo sbarco: ora però il caso diventa esplosivo dopo che la Guardia di Finanza ha diffidato ufficialmente la Sea Watch 3 (la nave della Ong) ad entrare in Italia nelle acque di Lampedusa: «l’imbarcazione, diretta verso Lampedusa, è stata diffidata dalla Guardia di finanza e dalla Capitaneria di porto, che hanno raggiunto la nave, di fare ingresso nelle acque territoriali», fanno sapere le fonti delle forze dell’ordine all’Adnkronos. Nelle ultime ore la nave farebbe “pendola”, ovvero zig zag al largo della Sicilia in attesa di ulteriori sviluppi o dietrofront del Governo italiano. Poco fa però il comandante della Sea Watch 3 ha annunciato di essere a 15 miglia da Lampedusa con le condizioni dei migranti a bordo definite “critiche” per donne incinta e bambini: la nave attende indicazioni dalla Ong dalla Germania mentre l’ennesimo braccio di ferro si profila “pericolosamente” a meno 9 giorni dalle Elezioni Europee e nel pieno della semi-crisi di Governo tra Lega e M5s con le liti continue sull’asse Salvini-Di Maio.
SEA WATCH, SALVINI “SONO SCAFISTI, PORTI CHIUSI”
Ieri pomeriggio Salvini, ben sapendo che la Sea Watch si stava dirigendo verso l’Italia dopo il “niet” ricevuto da Libia e Malta, ha firmato la direttiva che vieta sostanzialmente l’ingresso della Sea Watch 3 nelle acque italiane: in queste ore a Lampedusa tra l’altro si trovano ancora i pm della Procura di Agrigento che dovrebbero sentire il comandante della Mare Jonio dopo il sequestro probatorio della nave Mediterranea Saving Humans dopo lo sbarco dei migranti negli scorsi giorni. Dopo che però il capo missione di Sea Watch ha continuato a proseguire verso la Sicilia nonostante il divieto e la diffida giunta dalla Guardia di Finanza, il Ministro degli Interni Matteo Salvini ha annunciato via Facebook che la nave Ong «straniera sfida apertamente la GdF, basta!» e nel breve messaggio attacca: «Erano prima in acque libiche e poi in acque maltesi, ma mettendo a rischio la vita degli immigrati a bordo vogliono a tutti i costi arrivare in Italia. Questi non sono soccorritori ma SCAFISTI, e come tali verranno trattati. Per i trafficanti di esseri umani i porti italiani sono e rimangono CHIUSI. E se qualche procuratore vuole indagarmi o processarmi anche per questo, faccia pure! Per difendere l’Italia e gli Italiani, non ho paura di niente e di nessuno». Caso doveva essere e caso è e sarà nelle prossime ore con in mezzo a tutto la vita di 65 persone salvate mentre stavano affondando con il loro barcone a poche miglia dalla Libia.