La Procura di Agrigento ha deciso di presentare ufficiale ricorso in Cassazione contro la scarcerazione di Carola Rackete: la “capitana” della nave Sea Watch 3 ricordiamo è stata arrestata a fine giugno a Lampedusa dopo aver forzato il posto di blocco in mare aperto della Guardia di Finanza e dopo aver sbarcato 47 migranti nel porto siciliano tra il 28 e il 29 giugno. La 31enne ha violato l’alt e ha pure speronato (lievemente) la motovedetta della GdF: per questo motivo è stata tradotta in carcere dove però pochi giorni dopo il Gip Alessandra Vella ha deciso di liberarla per aver agito “a scopo umanitario”. Nei prossimi giorni la Procura di Agrigento, che aveva richiesto ed eseguito l’arresto di Carola nei giorni caldissimi dello scontro istituzionale tra Ong e Ministro Salvini, dovrebbe presentare il ricorso in Cassazione contro la sentenza di scarcerazione della giudice per le indagini preliminari: Carola Rackete è indagata per per la violazione del decreto Sicurezza bis e del codice della navigazione ma anche per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.



CAROLA RACKETE CONTRO SALVINI “CANCELLI MENZOGNE SUI SOCIAL”

Giovedì prossimo 18 luglio la 31enne tedesca è attesa in Procura per un ulteriore interrogatorio (era previsto per il 9 luglio ma fu rinviato per lo sciopero degli avvocati, ndr): come riporta l’Agenzia Ansa, Carola Rackete verrà sentita dal procuratore aggiunto Salvatore Vella per dirimere al meglio l’esatta dinamica di quei giorni, con l’approdo a Lampedusa della Ong tedesca contro la decisione del Governo italiano. La Procura contesta nel merito la decisione del Tribunale di Agrigento che ha giudicato non valido e applicabile il Decreto Sicurezza Bis del Ministro Salvini alle navi che prestano soccorso umanitario ai migranti. Nel frattempo, intervistata dalla Bild sul maxi-caso internazionale della Sea Watch, ha parlato ancora Carola Rackete criticando pesantemente il Ministro Salvini dopo averlo querelato ufficialmente: «Io penso che non sia possibile sopportare tutto. Matteo Salvini ha diffuso falsità, io voglio che le sue menzogne siano cancellate da Facebook e Twitter. E che un giudice gli ordini di non farlo più».

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