Navi ong vs Ministro Salvini, siamo all’ennesima puntata di una “sfida” infinita con sullo sfondo la vita e la sorte di centinaia di migranti assieme alla necessaria e altrettanto importante sicurezza dei confini italiani ed europei davanti ad una eccezionale migrazione di massa di questi ultimi 15 anni. L’ultimo “capitolo” viene scritto dalla nave della Sea Watch che al largo della Libia ha soccorso e messo in salvo 65 persone che si trovavano su un gommone avvistato da un aereo civile di ricognizione a circa 60 km di distanza dalle coste libiche. In un tweet, la stessa organizzazione tedesca ha poi denunciato «Libia, Malta, Italia, Olanda sono state informate: nessuna risposta. Nel Mediterraneo stanno diminuendo i testimoni, non le partenze». Post durissimo diretto contro Salvini e contro tutte le politiche dei “porti chiusi” calate non solo in Italia ma anche nelle cancellerie di Francia, Spagna e della stessa Malta: nel comunicato della Sea Watch si legge come i migranti a bordo della nave mostrano già segni di «sfinimento, disidratazione e mal di mare. Di queste 65 persone, undici sono donne, una persona è disabile, due sono neonati, cinque bambini e otto minori non accompagnati».
SALVINI VS SEA WATCH: “PORTI CHIUSI A NAVE ONG”
Immancabile e diretta la “diffida” lanciata dal Ministro degli Interni che in un tweet ribadisce «Nave di ong tedesca, con bandiera olandese, raccoglie 65 immigrati in mare libico. Ho appena firmato una diffida ad avvicinarsi alle acque territoriali italiane. I nostri porti sono e rimangono chiusi», ha fatto sapere Salvini mentre al Viminale guidava il Comitato Nazionale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica. «65 persone rischiano di morire nel Mediterraneo. Nessuno interviene. Le salva la #SeaWatch. Salvini firma una ridicola diffida a non portarle in Italia. Se tutti obbedissero a Salvini quelle 65 persone sarebbero morte. Per fortuna c’è chi resiste alla barbarie. Grazie @SeaWatchItaly», ha twittato l’ex presidente del Pd, Matteo Orfini. Il braccio di ferro sui migranti prosegue proprio nel giorno in cui è stata archiviata l’inchiesta sulla ong Open Arms, con la Procura di Catania che non ha riscontrato alcun legame tra Ong e scafisti come invece ipotizzato in un primo momento il pm Carmelo Zuccaro.