Un nuovo episodio discutibile di cancel culture, la “cultura della cancellazione”, nei confronti di J.K. Rowling, storica autrice di Harry Potter nonché fra le scrittrici più famose e ricche di tutti i tempi. Più volte l’artista britannica è stata additata di avere delle idee transfobiche e di conseguenza da qualche anno a questa parte la stessa è finita nel tritacarne su numerosi siti web e social. L’ultimo episodio che è andato a colpire la stessa inventrice del mago più famoso al mondo si è verificato in quel degli Stati Uniti, precisamente a Seattle.
Presso il Museum of the Pop Culture si è deciso di rendere omaggio alla storica saga cogliendo la palla al balzo in occasione del lancio della serie tv di HBO dedicata proprio ad Harry Potter. Peccato però che nella sezione dedicata appunto al mago gli organizzatori abbiano deciso di rimuovere qualsiasi tipo di riferimento a J.K. Rowling, proprio per via delle sue recenti dichiarazioni che hanno scatenato l’ira di milioni di persone in tutto il mondo. “C’è una certa entità fredda, senza cuore, che succhia la gioia nel mondo di Harry Potter e, questa volta, non è in realtà un Dissennatore”.
J.K. RAWLING RIMOSSA DA MUSEO SEATTLE: LE MOTIVAZIONI DEGLI ORGANIZZATORI
“Ci piacerebbe seguire la teoria di Internet secondo cui questi libri sono stati effettivamente scritti senza un autore, ma questa certa persona è un po’ troppo esplicita con le sue opinioni super odiose e controverse per essere ignorata”, le parole Chris Moore, organizzatore della mostra, così come si legge su Everyeye.it, rilasciate dal Daily Mail.
Il project manager della mostra è una persona transgender che evidentemente si è sentito offeso per le parole dell’autrice britannica. Di recente Oxfam era finita nella bufera per aver dato vita ad un cartone animato in cui J.K. Rowling veniva rappresenta come “anti trans” prima di rimuovere lo stesso personaggio dopo una serie di “denunce” pubbliche.