Sebastiano Visintin, ospite a Pomeriggio 5, ha replicato alle accuse della albergatrice che sostiene che l’uomo e la moglie Liliana Resinovich litigassero spesso ed anche in modo accesso. La super testimone ha frequentato la coppia fino a pochi mesi prima della scomparsa e ha raccontato che i rapporti tra i due non erano distesi. “Sono delle balle grandi quanto una casa. Non so perché stia dicendo queste cose, gettando delle ombre su di me. Ognuno è libero di fare quello che vuole. Io mi fido di quello che dicono gli inquirenti e la Procura”, ha affermato lui nel salotto di Myrta Merlino.



In particolare c’è un episodio specifico in cui la albergatrice si sarebbe spaventata della reazione aggressiva dell’uomo. “Io mi ricordo di quel fatto. Siamo arrivati e dopo avere aperto la porta, a Liliana cadde lo zaino. Le dissi che doveva stare attenta. Tutto è finito lì”. Secondo la versione della donna però la defunta le chiedeva spesso, di nascosto, di darle una camera doppia. “È capitato quella volta. La signora ci disse che aveva solo una stanza coi letti separati. Noi rispondemmo che andava bene, che non c’erano problemi perché tornavamo lì solo per dormire. Il resto della giornata eravamo fuori in bici”.



Sebastiano Visintin: “La testimonianza dell’albergatrice? Solo balle”. L’incontro

L’albergatrice, super testimone del caso di Liliana Resinovich, ha dichiarato anche che Sebastiano Visintin dopo un mese dalla scomparsa della vittima avrebbe voluto vederla ma a metà strada le aveva chiesto aiuto poiché era in difficoltà con l’auto. La donna mandò lì un amico autotrasportatore, il quale quando arrivò constatò che l’uomo non aveva più bisogno di assistenza. “Anche questo discorso è una balla. Io ero solo, avevo dormito in una brandina in un piazzale. Lo faccio spesso in estate. Al mattino la macchina non si accendeva. L’ho chiamata e le ho detto che non riuscivo a raggiungerla per questo motivo. Mi mandò un signore che mi trainò per 4-5 metri e la macchina si è messa in moto. L’ho salutato e sono andato via”.



La donna quel giorno rifiutò di recarsi lei stessa dal marito della defunta poiché aveva paura in virtù di alcuni suoi precedenti discorsi sulla morte della moglie. “Io non ho mai minacciato nessuno. Portate una prova, se è vero”, ha concluso l’uomo.